Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 3 maggio 2010

LAZIO-INTER, HA PERSO IL CALCIO!

Cari amici ed amiche.

Nella partita che si è giocata il 02 maggio scorso allo stadio Olimpico di Roma tra Lazio ed Inter si è visto il peggio del calcio italiano.
L'Inter ha vinto per 2-0 ma l'atmosfera è stata surreale e per certi versi inquietante.
I tifosi biancocelesti hanno fatto il tifo contro la loro stessa squadra e hanno contestato ed insultato pensantemente anche il loro portiere stesso Fernando Nestor Muslera "reo" di avere parato troppo.
Da subito, do la mia solidarietà al giovane portiere uruguaiano. Ha fatto solo il suo dovere e non merita un trattamento simile.
I tifosi biancocelesti si sono comportati in modo molto discutibile. Essi, infatti, hanno tifato Inter per fare un torto alla Roma.
Questi episodi sono deprecabili perché squalificano il calcio che deve essere un esempio di sport.
In quello stadio vi è stato solo becero tifo contro.
Trovo anche sbagliato fare giocare una partita del genere dopo che sono state fatte giocare altre partite che potevano influenzare le due squadre in campo.
In altre parole, si sarebbe dovuto fare giocare Lazio-Inter in contemporanea con Atalanta-Bologna e Parma-Roma.
Di sicuro, viste le condizioni, i giocatori della Lazio non hanno giocato con lo spirito giusto.
In questo contesto, io approvo quanto detto dall'onorevole Daniele Capezzone che, nella puntata de "Il Processo di Biscardi" andata in onda ieri su "7 Gold", ha detto che sarebbe buona cosa introdurre i play off nel Campionato di Serie A.
Toglierebbe i sospetti di complotti.
Da questa partita è emersa una realtà inquietante del nostro calcio.
Questa realtà inquietante è rappresentata da frange di tifosi che con i loro comportamenti che non hanno nulla a che fare con il calcio e lo spirito sportivo tengono in ostaggio le società.
Sono frange malate che non rappresentano i veri tifosi.
E poi, non si capisce tutta questa acredine tra "fazioni".
Io, ad esempio, sono milanista e quando l'Inter vince sportivamente non mi fa piacere.
Però non odio gli interisti e né arriverei mai a tifare contro la mia squadra, per fare "un eventuale torto" all'Inter. In questo momento, l'Inter è la più forte è merita di essere lì dov'è.
Quanto successo l'altro ieri, invece, ha dell'assurdo. Sembrava più una guerra che non una partita di calcio.
Aveva ragione Winston Churchill quando diceva:" Gli italiani perdono le guerre come se fossero delle guerre e vincono le guerre come se fossero delle partite di calcio".
Di sicuro, l'immagine del nostro Paese non è uscita bene da questa situazione.
Il calcio deve essere motivo di aggregazione e non di scontro.
Cordiali saluti.

GLI ITALIANI E LO SCARSO SENSO CIVICO.

Cari amici ed amiche.

Si parla tanto dello scarso senso civico degli italiani.
In un certo senso questo discorso è vero ma la cosa va analizzata in fondo.
Allora questo "scarso senso civico" ha una natura storica e molti ne cercano la causa.
C'è chi incolpa la cultura cattolica.
Infatti, secondo alcuni storici, con l'unità d'Italia, la Chiesa si pose sempre contro lo Stato e puntava a fare in modo che i cittadini disobbedissero ad esso.
La realtà non è così.
La cultura cattolica ha sempre riconosciuto la legittimità di un potere costituito. Anzi, ha sempre difeso il valore dell'autorità.
Gesù stesso diceva:" Dai a Cesare quel che è di Cesare e dai a Dio quel che è di Dio".
La questione fu un'altra.
Nel caso dell'unità d'Italia, lo stato si fece contro la Chiesa. Questa fu la vera differenza tra la nascita degli altri grandi Stati europei (che si formarono attorno alle loro Chiese nazionali) e quella dell'Italia.
Il processo di unificazione del nostro Paese e l'adozione di certe norme furono condotti da persone di ambienti anticlericali (se non anticattolici).
Questo generò attrito con la Chiesa.
Di per sé, però, la cultura cattolica non ebbe colpa. Furono solo le contingenze a causare certe situazioni.
Allora perché questo?
Forse, la causa di ciò si può trovare nell'atteggiamento dello Stato, sia durante il periodo monarchico che durante quello attuale repubblicano.
Molto spesso, lo Stato si pose non al servizio del cittadino ma pose al cittadino al suo servizio.
Fino alla II Guerra mondiale, la classe dirigente non garantì l'emancipazione economica, sociale e culturale dei cittadini e che spesso si comportava in modo aggressivo verso di essi e la sua burocrazia fu prolissa. A ciò si unì il ruolo dei sindacati (in particolare di sinistra) che si comportavano da "anti-Stato". Essi, vedevano nello Stato "il frutto dell'oppressione borghese contro il popolo" ed "il mezzo usato dai potenti" per opprimere quest'ultimo.
Attualmente, il cittadino deve confrontarsi con delle istituzioni che sprecano i soldi (spesso nella tanto barocca quanto prolissa burocrazia) e con tasse eccessive.
Il cittadino, pertanto, si sente defraudato e di conseguenza, chi può, evade il fisco.
Inoltre, vi è anche una giustizia che è lenta ed inefficiente e che molto spesso tende a sconfinare nella scena politica, assumendo un ruolo che non è il suo.
Questo provoca la sfiducia del cittadino verso le istituzioni e di conseguenza quest'ultimo tende a non rispettarle.
Servono delle serie riforme che rimettano equilibrio tra politica e giustizia, che rendano la burocrazia più snella che faccia meno sprechi e che di conseguenza provochino l'abbassamento dele tasse.
Ciò è molto difficile perché vi sono varie componenti che bloccano il percorso riformista, dal alcune parti dell'arco parlamentare, a parte della magistratura e dei sindacati.
Questi ultimi, da "anti-Stato" , sono oggi diventati "difensori dello status quo".
E' chiaro che, attualmente, la realtà statuale ha bisogno di essere riformata.
Lo Stato deve essere con il cittadino.
Per ciò avvenga urgono importanti riforme.
Cordiali saluti.

domenica 2 maggio 2010

HEREM

Com' Israel cuntru di lu diavulu lu populu...
su la Tarra chì Santa si fici...puru pè lu nosciu Sarvaturi...
a livari cusì et a puliziari fù...ché di l'omini fici sacrifiziu...
comu di li zitelli...cusì currottu...a lu currutturi!

"Herem" cusì fici lu populu elettu...
ché a l'ossa puru l'autru pigghiau cusì lu piccatu...
et fìci Diu...quellu cusì maladettu...
ché blasphemia maxima dissi et scumunicatu!

Comu faci certu nto veranu...
pè l'acqua fà vene...la malerba chì ci leva da lu fossu...
et pulizia cusì lu viddanu...
omu cusì a fà chì sìi nto cori...si brusgià ùn vo a l'ossu!

venerdì 30 aprile 2010

ANNUNCIO SHOCK, DICIANNOVENNE DONA SUA VERGINITA' AD AHMADINEJAD

Cari amici ed amiche.

Silvia Valerio, una giovane scrittrice padovana di diciannove anni ha annunciato che donerà la sua verginità al leader iraniano Mahmud Ahmadinejad.
Tra l'altro, ella ha ripetuto questo suo annuncio shock anche in una puntata della trasmissione in onda su Canale 5 "Pomeriggio 5" che è condotta da Barbara D'Urso.
Questa persona ha fatto questo annuncio shock e ha detto anche di apprezzare il leader iraniano perché, a suo dire, solo i fanatici sono quelli che colgono i risultati. Io sono rimasto INORRIDITO da quanto detto da questa persona.
In tutta onestà, io ritengo che questa persona non sia un esempio per i giovani e non rappresenta nemmeno la maggioranza di questi.
Tra l'altro, sia la conduttrice Barbara D'Urso che l'altro ospite, il parlamentare della Lega Nord Matteo Salvini, hanno citato i tanti giovani impegnati nel sociale.
Quella si è messa a ribattere dicendo delle cose molto offensive contro questi ultimi.
Ci sono tanti giovani che vogliono impegnarsi e che operano nel sociale e non solo.
Pensiamo, ad esempio, agli scout delle parrocchie o dei comuni.
Pensiamo anche ai volontari.
Un esempio personale è l'amica Francesca Padovese, blogger del blog "SarahRocks", con cui ho avuto occasione di confrontarmi.
Lei è volontaria dell'AVIS, come altri suoi coetanei.
Pensiamo anche a quei giovani che si impegnano in politica.
Un esempio è Antonio Augusto Gomes, un giovane che non ha ancora vent'anni ma parla come uno di trenta.
Lui vuole impegnarsi in politica.
Pensiamo anche a Ricky Filosa, direttore di "Italia chiama Italia" (http://www.italiachiamaitalia.net/) che dirige un network di grande livello e che contribuisce a mantenere i rapporti tra l'Italia e gli italiani all'estero. Pensiamo anche ai ragazzi dell'Associazione "Agorà" di Sant'Agata di Militello, in provincia di Messina.
Pensiamo annche al giovane blogger modenese Antares 89 che ha il blog "Le Torri di Malta". Il link di quest'ultimo è presente nella lista dei "Link preferiti" di questo blog.
Sono solo alcuni esempi e ne posso citare altri, come tanti miei vecchi amici impegnati nel lavoro o nel sociale. Pensiamo anche ai numerosi giovani imprenditori del Veneto.
La signorina Valerio farebbe bene a vergognarsi di dire certe cose.
Infatti, ha definito "ipocriti" quelli che (come le persone che ho citato) si impegnano nel lavoro o nel sociale. E poi, inneggiare ad uomo che come Ahmadinejad inneggia alla distruzione di uno stato come Israele e nega la Shoah è solo un segno di poca moralità ...per non dire altro!
Cordiali saluti.

giovedì 29 aprile 2010

BATTAGLIA DI LEPANTO, UN PIANO SVENTATO




Cari amici ed amiche.
Prendendo spunto dal blog dell'amico Riccardo Di Giuseppe,(http://riccardodigiuseppe.blogspot.com/2010/04/marco-tangheroni-la-battaglia-di.html), vi parlo della celeberrima Battaglia di Lepanto, una battaglia navale che cambiò radicalmente la storia.


Questa battaglia scoppiò nel 1571 AD, quando i Turchi Ottomani conquistarono Famagosta. L'anno prima, cadde Cipro.


Perché tutto ciò?


Nel 1500, dopo la caduta di Costantinopoli, l'Impero ottomano era all'apogeo.


Durante il regno del sultano Selim II (figlio di Solimano il Magnifico, 28 maggio 1524-12 dicembre 1574), il muftì di Costantinopoli emanò una fatwa, un decreto religioso islamico, ai sensi della sura 112, 1 del Corano.


Questa sura diceva :"O voi che credete, rispettate gli impegni".


La fatwa prevedeva che il sultano conquistasse tutte le terre che un tempo erano sotto i califfati arabi. Con i bottini delle conquiste si sarebbe poi costruita una moschea, come da consuetudine.


Tra queste erano comprese la Sicilia, la Sardegna e la Spagna.


Si cominciò con Cipro, che cadde nel 1570 e l'anno dopo venne conquistata Famagosta.


Allora, le potenze cristiane reagirono e da lì ci fu la "Battaglia di Lepanto", il cui deriva dall'isola greca presso cui si svolse.


In questa battaglia navale si schierarono lo Stato della Chiesa, la Repubblica di Venezia, la Repubblica di Genova, il Granducato di Toscana, il Ducato di Savoia ed i Cavalieri di Malta contro l'Impero ottomano. La flotta ottomana fu diretta da Mehmet Alì Pascià. Quella cristiana fu diretta da Marcantonio Colonna, Andrea Proviana di Leinì, Ettore Spinola, Piero Giustiniani, Gianandrea Doria, Alvaro de Bazàn, Luis de Requensens e Don Giovanni d'Austria. Lo scontro avvenne il 07 ottobre 1571 e fu iniziato da Don Giovanni che lasciò isolate come esca le 6 potentissime galee veneziane.


L'epilogo della battaglia fu deciso da Gianadrea Doria che attaccò le galee turche dirette dal barbaresco Uluc Alì.


Quest'ultimo venne sconfitto e dovette fuggire a Costantinopoli. Alì Pascià, invece, morì per un colpo di archibugio.


Vi è una versione che dice che alla sconfitta turca contribuirono anche i rematori delle galee turche.


Infatti, questi erano in prevalenza cristiani. Si dice che essi si fossero rivoltati e che avessero ucciso proprio il comandante in capo, Alì Pascià.


Si dice anche che ci fu un fatto soprannaturale.


Si racconta, infatti, che mentre i Turchi venivano sconfitti a Roma Papa Pio V ebbe una visione.


Mentre il tesoriere gli elencava in resoconti dello Stato della Chiesa, il Papa aprì una finestra, si affacciò e guardò con attenzione.


Tornato verso i funzionari, disse:"Lasciamo perdere adesso".


Fu un ordine e poi aggiuse: "Dobbiamo andare a ringraziare Dio che ha concesso la vittoria alla flotta cristiana".


Il 21 ottobre 1571, gli fu riferito che la flotta cristiana vinse a Lepanto.


Non fu una vittoria totale. Infatti, Cipro non tornò in mani cristiane ma fu la prima volta che Turchi vennero sconfitti in mare e venne sventato un piano.


Infatti, se Turchi avessero vinto cosa sarebbe successo?


Nessuno lo sa (infatti, la storia non si fa con i se e con i ma) ma provo a dare una possibile versione.


Sicuramente, essi avrebbero puntato a conquistare la Sicilia e le altre terre che furono dei Califfati arabi, come la Spagna.


Quest'ultima, aveva anche un Impero coloniale nelle Americhe e controllava tanta parte dell'Italia.
Aveva il controllo diretto sul Ducato di Milano, sullo Stato dei Presidi (costituito da Talamone, Orbetello e parte dell'Arcipelago Toscano), sul Regno di Napoli, sulla Sardegna e sulla Sicilia. Inoltre aveva un controllo indiretto anche sul Ducato di Parma e Piacenza, sul Ducato di Mantova, sul Ducato di Reggio Emilia e Modena, sul Granducato di Toscana e perfino sullo stato della Chiesa.
Infatti, la cattolica Spagna era il principale appoggio nella lotta contro i protestanti e pesava sull'elezione dei Pontefici.
Quindi, un'eventuale conquista turca della Spagna avrebbe avuto un impatto di dimensioni planetarie.


Una volta fatto ciò, i Turchi avrebbero avuto vita facile a conquistare Roma e a fare quanto ebbe pianificato il sultano Mehmet II Fatih (29 marzo 1432-03 maggio 1481, nell'immagine).


Nel 1453 AD, questi conquistò Costantinopoli, la "Seconda Roma" ( o "Nova Roma"), e puntò a conquistare anche la stessa Roma, proprio grazie all'attacco sferrato ad Otranto nel 1480 AD.


Egli già chiamava Roma "Kizil Elma", ossia "La Mela Rossa", e sognò di trasformare la Basilica vaticana di San Pietro in moschea, come fece già con quella di Hagia Sophia a Costantinopoli.


Nei piani di Selim II e dei suoi vi fu un progetto di conquista molto grande che avrebbe cambiato il corso della storia. Avrebbe avuto vita facile anche a causa delle lotte tra i cristiani che furono portate dalla Riforma protestante.


Come disse Papa Pio VI nella sua visione, quella della "Battaglia di Lepanto" u proprio una vittoria voluta da Dio.
Cordiali saluti.













mercoledì 28 aprile 2010

NUCLEARE, UNA SCELTA GIUSTA!

Cari amici ed amiche.

Leggete anche l'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/20205/2010-02-17.html.
Si torna all'energia nucleare.
Trovo giusta e condivisibile questa nuova politica voluta dall'attuale Governo di centro-destra.
Oggi, noi italiani ci troviamo a vivere in un grandissimo paradosso.
Da una parte, si è tolto il nucleare (con il referendum dell'08-09 novembre 1987) e dall'altra, dipendiamo dall'energia nucleare proveniente dalla Francia e da altri Paesi limitrofi al nostro.
Questa è una situazione paradossale che ci porta ad avere delle bollette astronomiche e a dovere dipendere da altri.
Questa situazione è un male anche per altri aspetti.
Infatti, il nucleare creerebbe lavoro e ridurrebbe la "fuga di cervelli" dal nostro Paese.
Infatti, oggi molti tecnici ed ingegneri nucleari devono andare all'estero a lavorare.
Tutto questo è giusto?
Assultamente no!
Inoltre, se dovesse spezzarsi un cavo che porta l'energia dalla Francia (o da un altro Paese limitrofo) all'Italia vi sarebbe il rischio di rimanere senza luce, cosa che accadde il 23 settembre 2003.
Bisogna avere criterio.
E poi, il risultato di quel referendum fu dettato dalla paura seguita a quello che accadde a Chernobyl.
Calvalcando questa paura, le varie "lobbies verdi", fautrici dei vari movimenti che oggi bloccano la realizzazione di importanti infrastrutture (come la TAV Lione-Torino), fecero grosse speculazioni ideologiche, con previsioni catastrofistiche.
Questo modo di agire non ha nulla a che fare con l'amore per l'ambiente ma è pura demoagogia.
Oggi, noi siamo molto indietro per colpa di questi movimenti.
Oggi, le tecnologie del nucleare sono molto più sicure.
Ad esempio, le scorie possono essere riprocessate e rese meno pericolose.
Inoltre, ricordo che l'Italia dovrà ridurre del 6,5% l'emissione dei gas serra, entro il 2012. Lo dice il Protocollo di Kyoto.
Il nucleare potrebbe sostituire l'energia termoelettrica, che emette questi gas.
E poi, la scelta del nucleare non preclude l'uso delle fonti rinnovabili.
Si può fare coesistere l'energia nucleare con quelle delle fonti rinnovabili, a cominciare da quella solare.
Inoltre, sarebbe anche una buona cosa, rivalutare anche l'energia idroelettrica, quella che io chiamo "soluzione uruguaiana".
Infatti, proprio in Uruguay, si è ricorso all'uso di centrali idroelettriche che hanno fatto calare i consumi di petrolio.
Tenendo conto delle caratteristiche morfologiche del nostro Paese, credo che si possa potenziare il settore dell'energia idroelettrica e può anche esserci un incremento maggiore di quello dell'Uruguay.
Termino, dando "una mia risposta" ad un consigliere di maggioranza del Comune di Roncoferraro, in Provincia di Mantova.
Durante una riunione del Consiglio comunale, un consigliere di minoranza si è detto favorevole ad un confronto con i cittadini (se non ad un referndum) sul tema.
Questo consigliere di maggioranza (di centro sinistra) gli rispose dicendo che già un referendum era stato nel 1987 ed il responso è stato contrario.
Mi permetto di "rispondere" a questo signore dicendo che dal 1987 ad oggi molte cose sono cambiate (anche sul piano delle tecnologie) e che quel referendum fu dettato dalla paura.
Cordiali saluti.

ANOMALIA ITALIANA (post con poesia)

Cari amici ed amiche.

Noi tutti conosciamo la storia del nostro Paese, l'Italia, che si unì nel 1861 sotto la corona dei Savoia ed il 20 settembre 187o Roma venne presa ed il potere temporale dei Papi cessò
Proprio in questo senso, nel processo di unificazione del nostro Paese vi fu una vera e propria "anomalia".
Infatti, mentre gli altri Paesi europei nacquero con le loro Chiese nazionali, l'Italia si unificò contro la Chiesa.
Un esempio di quanto ho detto è l'Inghilterra. Nella sua "Magna Charta Libertatum" ratificata a Runnymeae nel 1215 si parlava di libertà della Chiesa che diventava un punto di riferimento. Quel pezzo della Magna Charta fu poi rievocato da San Tommaso Moro, al momento della sua condanna a morte nel 1535.
In Italia non fu così.
Infatti, coloro che spinsero per l'unificazione furono figure come Giuseppe Garibaldi, che ebbe posizioni di marcato anticlericalismo.
Garibaldi arrivò a definire Papa Pio IX "un metro cubo di letame" e chiamò il suo asino Pionono.
Anche altri esponenti del Risorgimento non furono a favore della Chiesa.
Quando si unì l'Italia e Roma divenne capitale del Regno d'Italia, ci fu un regime apertamente ostile alla Chiesa.
Ci furono anche manifestazioni non proprio belle.
Ad esempio, nel 1881, quando ci fu la traslazione nella basilica di San Lorenzo al Verano della salma di Papa IX (che morì il 07 febbraio 1778) ci furono manifestazioni anticlericali con insulti di vario genere verso il pontefice.
Forse, il modo in cui furono trattate la "Questione meridionale" e proprio la questione del rapporto tra Stato e Chiesa lasciarono strascichi che ancora oggi si vedono.
Quell'anticlericalismo così spinto di quei secoli lasciò un'eredità.
Ancora oggi c'è chi irride la fede e c'è chi disconosce le radici della cultura italiana.
Eppure, prima del'unità d'Italia, vi furono esempi di laicità, pur in un contesto marcatamente cristiano.
Un esempio fu il Marchesato di Mantova nei secoli XV e XVI. Lì, infatti, vi fu una mentalità laica. Circa l'8% della popolazione era ebreo e molti ebrei rappresentavano parte integrante dell'intelligentia mantovana.
Inoltre, la corte raccoglieva umanisti di varia estrazione. Pensiamo alla corte di Isabella d'Este-Gonzaga (18 maggio 1474- 13 febbraio 1539). Fu un punto di riferimento per tanti intellettuali.
Quello fu un contesto di "laicità positiva" che nel Regno d'Italia, prima dei Patti Lateranensi del 1929, mancava.
Quella statua di Giordano Bruno fatta nella Piazza Campo de' Fiori a Roma, è un simbolo di quel periodo.
Ecco la poesia.

A STATULA DI GIURDANU BRUNU

Quand'autunnu si fici...cusì più ùn fù di lu Suli la luci...
quand'in Roma cascau Porta Pia...vinni unu zìmbaru...
chì lu cantu fici...et sente ùn vulitini la vuci...
l'omini tinti et di lu Novi Mondu lu sarvaturi...
chì a cumbatte ebbe in Muntivideu...chì si fici diavulu...
di lu santu nglisi ministru...quandu vinni cusì nto duluri...
a more...pè lu Papa et pè Cristu...et fù cusì l'anghjulu!

Cusì dissi questa vuci d'anticu amuri...
chì a sente ùn vulitini stari...l'omini tinti...
chì di la Santà Cità...cavea ficiru di piccaturi:

"...quod Anglicana Ecclesia libera sit..."

Et comu di la fera imago...chì a cuntari ebbe Ghjuvanni...
cusì prufeta nto Ultimu Libru...pè vulè fattu di Diu...
di Giurdanu...quellu malu fratellu...ficiru lu statula...
et cuntru lu Vaticanu...autu fari lu so' ditu...
cusì mastru Ferrari avaria vulsutu...su lu Campu di li Ciuri...
et fatta ùn fù la noscia Italia in viritati...
ché priggiuneru ancora fù Petru...pè quellu chì ficiru...
comu la Chjesa...in questa cità chì si fici di piccati!

Cordiali saluti e buona lettura.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.