Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 25 aprile 2010

PALERMO-MILAN, DUE CONSIDERAZIONI

Cari amici ed amiche.

Sabato 24 aprile si è giocata la partita tra Palermo e Milan.
Da milanista, devo ammettere che il Palermo ha meritato di vincere per 3-1.
Il Milan non ha sfigurato. Ad eccezione dei primi 20 minuti, in cui hanno prevalso i rosanero, che sono andati in vantaggio per 2-0, il Milan ha avuto una reazione che però è stata infruttuosa, nonostante le buone occasioni capitate.
E' stato penalizzato dalle numerose assenze per infortuni e squalifiche.
Questa partita dimostra che anche spendendo poco si possono fare degli ottimi acquisti di giocatori. Proprio il Palermo lo dimostra. Ha preso dei giocatori molto promettenti come Salvatore Sirigu, Simon Kjaer, Mattia Cassani, Edinson Cavani, Abel Hernandez, Javier Pastore e Nicolas Bertolo.
Maurizio Zamaparini non ha speso tanto e ha fatto una buonissima squadra. Il mio milan dovrebbe imparare questo, vista anche la nuova politica dell'austerity.
Trovo deplorevoli, però, gli attacchi contro il presidente Berlusconi.
Il presidente Berlusconi è stato costretto a vendere Kakà, per mettere a posto il bilancio.
Io credo che il presidente meriti solo i nostri ringraziamenti per tutto quello che ci ha fatto vincere e per tutto quello che potrà fare.
Inoltre, tutto ciò SMENTISCE alcune voci malevoli (e a volte anche becere) da parte dello schieramento politico avverso che dicono che il presidente Berlusconi sia entrato in politica per fare "i suoi porci comodi".
Queste persone dovrebbero riflettere ed anche vergognarsi!
Quanto sta succedendo al Milan dimostra l'esatto contrario.
Mi sono tolto una pietruzza dalla scarpa.
Termino, augurando che il mister Leonardo resti alla guida tecnica del Milan.
Anche se non ha ancora una robusta esperienza ha saputo dimostrare di essere bravo. Inoltre, con il suo comportamento, ha dimostrato che si può dire quello che si pensa senza offendere gli altri.
Faccio ancora i miei complimenti al Palermo.
Da persona di origini siciliane, devo dire che i ragazzi in rosanero stanno dando lustro all'isola.
Cordiali saluti.

sabato 24 aprile 2010

ANTIFASCISMO, DESTRA E...UNA CRITICA

Cari amici ed ed amiche.

Il 25 aprile è la festa che commemora la liberazione del nostro Paese dalla piaga del Nazi-Fascismo.
Si parla tanto di "antifascismo" .
Per antifascismo si intende quell'insieme di forze politiche e sociali che durante la II Guerra Mondiale combatterono contro il Nazi-Fascismo e che ebbe come suo massimo riferimento la "Resistenza", quel movimento costituito dalle milizie partigiane.
Ora, però, si è instaurata una "cultura" che mitizza la Resistenza in ogni suo aspetto.
La realtà storica è ben diversa.
Infatti, non tutti quelli che fecero parte della Resistenza (e che furono quindi antifascisti) in realtà vollero portare la democrazia.
Pensiamo, ad esempio, a coloro che fecero morire nelle foibe i nostri connazionali istriani e dalmati.
Essi combatterono il Nazi-Fascismo ma in realtà essi non operarono per la democrazia.
Pensiamo anche a quei partigiani comunisti che in Emilia-Romagna uccidevano i partigiani cattolici.
Questi non mirarono a portare la democrazia ma solo la loro ideologia.
E poi, si parla poco di quei numerosi preti, suore e cittadini comuni che (anche a rischio della propria vita) nascondevano nelle loro chiese, nei loro conventi e nelle loro case numerosi ebrei e dissidenti politici.
Con la loro umanità, essi fecero molto di più che non gli uomini d'armi.
Infatti, un vero cristiano mette la propria vita al servizio di Dio e, di conseguenza, del prossimo.
Gesù lo ha insegnato.
E poi, non ci si deve dimenticare dei numerosi soldati anglo-americani che morirono sulla nostro terra per liberare il nostro popolo.
Adesso, mi permetto di fare una critica.
Molto spesso, per avere detto queste cose, io vengo tacciato di "Fascismo".
Io trovo puramente demoagogica questa posizione.
Primo, i miei riferimenti culturali non sono Hitler e soci ma sono altre figure, come San Costantino XI Paleologo, Erasmo da Rotterdam, Reginald Pole, San Carlo I Stuart, i Tories britannici, George Washington, Winston Churchill,Papa Giovanni Paolo II, Benjamin Nethanyau, Ronald Reagan, George Walter Bush e Silvio Berlusconi.
Quindi, personalmente sono ben lungi dall'essere nazi-fascista.
Dire che io sono "fascista" vuole dire esprimere un parere qualunquista e non conoscere la mia storia.
Ora che mi sono tolto questa pietruzza dalla scarpa, esprimo un altro argomento.
Quelli come me, vengono visti così perché è mancata una destra moderata.
Se, dopo la II Guerra Mondiale (dopo il 45) si fosse creata qui in Italia una destra seria, forse certe cose sarebero andate in un altro modo.
Qui in Italia sarebbe servito un partito di destra che si rifacesse ai Tories britannici o al Partito Repubblicano americano.
Sarebbe stato un partito che avrebbe preso un largo consenso, dai fascisti moderati (e dissidenti dalla linea politica presa) all'area cattolica, e magari anche federalista, quindi sensibile al territorio e ben lontano dal centralismo fascista e da quello che attualmente è in vigore e ovviamente filo-americano.
Forse, una forza politica del genere, avrebbe favorito la nascita di un sistema diverso da quello attuale, ossia federale e presidenziale, proprio sul modello americano.
Avrebbe dato all'Italia una maggiore stabilità.
Oggi, un partito simile c'è ed è il Popolo della Libertà.
Questo "ritardo storico" si vede ancora oggi e la bufera che ha investito il PdL lo dimostra.
Noi giovani dobbiamo lavorare per creare una destra (o un centro destra) che si ispiri alla tradizione giudaico-cristiana, a quella della destra sociale e alle grandi culture di grandi partiti conservatori come il Partito Repubblicano americano.
Sarebbe una grande cosa.
Termino dicendo che si può essere antifascisti senza essere comunisti. La Storia (quella con la "S" maiuscola) lo dimostra.
Cordiali saluti.

venerdì 23 aprile 2010

REGINALD POLE, UN PAPA RIFORMATORE MANCATO

Cari amici ed amiche.

Vi parlo di un'imprtante figura del XVI secolo, il cardinale inglese Reginald Pole (Stourton Castle 03 marzo 1500-Lambeth Palace, Londra, 17 novembre 1558).
La sua famiglia fu imparentata con quella reale.
Fu parente stretto di re Riccardo III della casata di York.
Sua madre fu la contessa Margaret Pole, che venne martirizzata da re Enrico VIII il 27 maggio 1541. Fin dall'infanzia ebbe un'inclinazione religiosa.
Prese i voti giovanissimo e soggiornò in Italia fino al 1526.
Incontrò figure come Pietro Bembo, Gasparo Contarini e Pier Martire Vermigli, che in seguito passò al protestantesimo e contribuì alla redazione del "Book of Common Prayer" anglicano.
Nel 1527 tornò in Inghilterra e fu coinvolto nella questione del divorzio di re Enrico VIII. Lui fu contrario ma i canonisti dell'università parigina Sorbona furono favorevoli.
Caduto in disgrazia presso re Enrico VIII tornò in Italia e si trasferì a Padova.
Lì conobbe figure come Gian Pietro Carafa, Benedetto Fontanini e Jacopo Sadoleto.
Nel 1534 re Enrico VIII ruppe con la Chiesa di Roma e assicurò a Pole la possibilità di tornare in Inghilterra a patto che abbracciasse lo scisma. Pole fu contrario. In seguito, il re fece decapitare sua madre, che la Chiesa cattolica venera oggi come Beata. Il 22 dicembre 1536 Papa Paolo III lo fece cardinale. Fu tra coloro che prepararono il Concilio di Trento e incontrò a Nizza il re di Francia Francesco I e l'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V.
Nel 1546 divenne legato pontificio nel Concilio di Trento. Intanto, dopo la decapitazione della madre, si ritirò a Viterbo e fece parte del circolo degli "Spirituali" in cui furono presenti anche Pietro Carnesecchi, nobile ed umanista fiorentino che venne bruciato sul rogo nel 1567 perché aderì al luteranesimo, ed il mistico spagnolo Juan de Valdés, un riformatore cattolico, guardato con sospetto di eresia.
Si trovò spesso in pericolo di vita.
Da una parte, si attirò i sospetti di eresia da parte di figure come il Carafa, e dall'altra ebbe la minaccia da parte di re Enrico VIII, che provò a farlo assassinare da dei sicari.
Nei conclavi del 1549 e del 1555 figurò tra i papabili. Nel 1549 avrebbe potuto diventare Papa accettando la formula "per adoriationem" ma tacque e fu eletto Papa Giulio III.
Nel 1553, in Inghilterra salì sul trono Maria I, figlia di primo letto di re Enrico VIII.
Ella volle ripristinare il cattolicesimo e, deposto l'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer (1555), lo richiamò in patria.
I'11 dicembre 1555 divenne amministratore apostolico di Canterbury.
Il 20 marzo 1556 ricevette l'ordinazione presbiterale. L'ultimo periodo inglese fu caratterizzato dalla persecuzione contro i protestanti che fu provocata da Maria I.
Dodici ore dopo la morte della regina, egli morì senza essere riuscito a riportare l'Inghilterra in comunione con Roma.
Pole, fu un vescovo che avrebbe voluto riformare la Chiesa.
Si ispirò ad Erasmo da Rotterdam e credette nella reale possibilità di fare una Riforma dentro la Chiesa.
Se fosse divenuto Papa, cosa sarebbe successo?
La storia non si fa con i ma e con i se ma provo a dare un'idea. Se fosse divenuto Papa, egli avrebbe riformato la Chiesa. Ad esempio, avrebbe ridato una giusta dignità al culto della Vergine e dei Santi.
Infatti, molto spesso il culto della Vergine e dei Santi era smodato, un po' com'è oggi, in certe situazioni
Molto spesso si chiede aiuto alla Vergine o ai Santi, senza tenere conto che vi è Colui che è superiore ad essi e per il quale essi fecero la loro missione, Gesù Cristo. Succedeva allora, come succede oggi.
Forse, Pole, avrebbe ridato una giusta dimensione a ciò.
Inoltre, avrebbe arginato il protestantesimo, proprio togliendo gli eccessi e gli abusi di cui la Chiesa era accusata. Si sarebbe confrontato con i protestanti sul loro stesso terreno e forse CON IL DIALOGO E SENZA LE ARMI. Lo dimostrò confrontandosi con figure come il già citato Carnesecchi. Inoltre, durante la sua esperienza italiana, egli collaborò con un ebreo fiammingo, un tale Giovanni di Kempen, nello studio filologico della Bibbia.
Forse avrebbe potuto dare una svolta nel rapporto tra ebrei e cattolici.
Inoltre, avrebbe messo pressione sull'Inghilterra, dando maggior forza ai cattolici inglesi.
Sarebbe stato un po' come il Servo di Dio Giovanni Paolo II, con la Polonia. Anzi, forse, ne fu anche il precursore.
Reginald Pole fu una figura molto forte ed anche all'avanguardia.
Fu un uomo del suo tempo proiettato in avanti.
Il Concilio Vaticano II fu la sua vittoria.
Cordiali saluti.

FINI? SE NON SI ALLINEA DOVRA' ANDARSENE!

Cari amici ed amiche.

L'assemblea della direzione del Popolo della Libertà dimostra che nel partito c'è una grande democrazia interna.
Questo mi rende orgoglioso di avere aderito a questo partito.
Del resto, se così non fosse il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini non potrebbe dire quello che ha detto fino ad ora.
Quindi, la sua lamentela di una presunta mancanza di democrazia nel PdL (come dicono a Milano) è fuffa.
Anzi, è fuori luogo e dannosa per il partito e per il Governo, tenendo conto anche del fatto che Fini è presidente della Camera dei Deputati.
Certamente, se Fini non riconosce il fatto di essere minoranza nel partito dovrà pagarne le conseguenze, anche con un'eventuale espulsione.
In pratica, o lui si allinea alla politica o se ne andrà da solo oppure lo si dovrà espellere, con dimissioni da presidente della Camera.
Non si può bloccare l'azione di un Governo perché una persona (che tra l'altro riveste il ruolo di presidente della Camera) ee i suoi fedelissimi continuano ad attaccarne la linea politica.
Gli elettori stessi hanno deciso che la linea del PdL va bene così com'è e solo il 6% della direzione ieri ha dato parere favorevole a Fini. Il rimanente 94% è favorevole all'attuale linea politica del PdL.
Il presidente della Camera dei Deputati accetti ciò. Questo non vuole dire che debba abiurare le proprie idee ma vuole dire che lui deve accettare il fatto di essere minoritario e che deve smetterla di continuare a mettersi di traverso.
Qui si sta mettendo a rischio un progetto. E' notizia di oggi che anche la Lega Nord stia iniziando ad avere dell'insofferenza verso questo empasse.
Così, si rischia di compromettere un progetto di riforme e di rilancio del nostro Paese.
Quindi, Fini farebbe bene a riflettere.
Non si può dire di stare nel PdL e poi dire anche "Non faccio tutto quello che il presidente Berlusconi (o l'organo direttivo) mi chiede" oppure "Mi rifiuto di riconoscere la linea politica del partito".
Il PdL non è una caserma ma non è nemmeno un bordello. Questo vale per Fini, come per alcuni esponenti locali che a volte si comportano da "generali senza esercito".
Se lui continua così, dovrà assumersi la responsabilità di tutto quello che sta accadendo.
Cordiali saluti.

giovedì 22 aprile 2010

USA, UNA NUOVA CULLA DELL'UMANESIMO GIUDAICO-CRISTIANO

Cari amici ed amiche.

Che gli USA siano un Paese straordinario, lo dice la storia.
Infatti, in questo grande Paese si è saputo coniugare l'Illuminismo più moderato con la tradizione giudaico-cristiana portata dai Padri Pellegrini (salpati dall'Inghilterra con la nave "Mayflower" il 06 maggio 1620), dai realisti anglicani e dai cattolici in fuga dalla dittatura di Oliver Cromwell e dai missionari cattolici che partirono per il Nuovo Mondo, l'America del Nord, ove l'Inghilterra iniziò ad avere delle colonie
Il 04 luglio 1776, le tredici colonie inglesi dichiararono l'indipendenza dalla madre patria britannica, con il lavoro di George Washington che il 30 aprile 1789 diventò il primo presidente degli Sati Uniti d'America.
Washington e gli altri Padri Fondatori di questo nuovo Paese portarono i principi illuministi di eguaglianza e di libertà di opinione e di culto.
Questi principi furono temperati ed arricchiti da quel bagaglio di esperienza politica anglosassone, figli di quella Magna Charta firmata da re Giovanni Senza Terra nel 1215 a Runnymede, e in particolare dalla visione cristiana.
Gli Stati Uniti d'America di oggi sono il frutto dell'unione di queste tre tradizioni che permeano la società americana.
In pratica la concezione americana è la stessa di quella famosa "Aufklarung cattolica" del secolo XVIII.
Mentre qui in Europa certe degenerazioni della visione illuminista portarono a politiche di attacco contro la fede (specie durante la Rivoluzione Francese) e in seguito portarono ad una visione nichilista che si tradussero in Comunismo e Nazi-fascismo, negli USA, se pur non senza fatica, la concezione illuminista imparò a coesistere con la visione cristiana.
Anche per questo, gli USA dettero un contributo efficace nella lotta contro il Nazi-Fascismo.
Tra l'altro, visto che siamo vicini al 25 aprile, vi invito a ricordare anche quei giovani americani che morirono qui in Europa per liberarci dalla piaga portata da Hitler e soci.
Inoltre, gli USA furono un baluardo contro l'avanzare del Comunismo.
Forse, proprio questo "sentimento profondo" di grande tradizione cristiana fu (ed è tutt'ora) la vera forza degli USA.
Gli USA sono forti perché hanno un'anima, cosa che non ha l'Europa che non ha avuto il coraggio di mettere il riferimento alla sue radici giudaico-cristiane nella sua Costituzione.
Ricordo che levare Dio da ogni riferimento della vita pubblica significa esporsi al rischio di creare una cultura nichilista che alla lunga portarà ai "mostri" come Nazi-Fascismo e Comunismo. Negli USA, queste cose non successero mai ed il perché sta in "In God We Trust" che si trova sul Dollaro.
L'Europa impari.
Dire che gli USA sono il frutto di chissà quale cospirazione di frammassoni o giudaico-massonica significa solo avere una visione distorta ed errata della storia.
Il fatto che oggi, a Norcia vi siano dei giovani monaci americani a tenere in piedi i luoghi di San Benedetto (Patrono d'Europa) smentisce questi teoremi e dimostra la "bontà dell'essere americani".
Riflettiamo.
Cordiali saluti.

FINI, COSA FA?

Cari amici ed amiche.

Io trovo non condivisibile quanto sta facendo l'onorevole Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati e co-fondatore del Popolo della Libertà.
Da qualche tempo a questa parte, Fini afferma cose che sono eterodosse rispetto alla linea di Governo e del centro destra (dal rapporto con Lega Nord, alla questione del voto agli immigrati fino ad arrivare a quella delle coppie di fatto) e dice delle cose, a volte molto discutibili.
Mi riferisco, ad esempio, a quando definì gli immigrati "più italiani dei discendenti degli italiani all'estero".
Lui dice di volere vedere una maggiore democrazia nel PdL.
I risultati delle recenti elezioni dimostrano che la sua linea non fa presa né sul PdL e né sull'elettorato di centro destra.
Qundi la linea di Fini è minoritaria.
In democrazia, a dettare la linea è la maggioranza. La minoranza ha il diritto di esprimersi (e non sembra che ciò a Fini e ai suoi sia stato impedito) ma non può continuare a fare di diktat e a porre dei veti su questioni importanti.
Una situazione del genere non è democrazia ma è una dittatura della minoranza.
Il PdL è nato anche per evitare questi "giochi".
Se dovesse saltare il principio in cui, pur rispettata ed in certi temi ascoltata, una minoranza accetta di essere tale, verrebbe meno uno dei principi fondanti dello stesso PdL.
Inoltre, la linea politica di Fini non è chiara.
Si dice di destra ma poi afferma cose di sinistra ed il fatto che gli unici ad applaudirlo siano gli elettori di centro-sinistra lo dimostra.
E poi, cosa significa "non uscire dal partito ma fare una corrente in esso"?
O si è in un partito e si accetta la linea della sua maggioranza (che è voluta dagli elettori) o si sta fuori di esso. Nemmeno lui sa dove andare. Vuole mettersi con Casini?
In fatto di bioetica, ad esempio, tra Fini e l'Udc corre un abisso.
Vuole restare nel PdL?
Allora perché non ne accetta la linea politica?
Vuole passare al PD?
Cosa diranno, allora, la componente più di sinistra del partito di Bersani e quella cattolica?
Forse, vorrà mettersi con l'Italia dei Valori o con i Radicali, visti alcune sue posizioni verso la Chiesa!
La linea di Fini è minoritaria. Se poi, un giorno, dovesse diventare maggioritaria, si discuterà ma al momento è una minoranza.
Mi auguro che Fini passi a più miti consigli.
Cordiali saluti.

mercoledì 21 aprile 2010

LAICITA', UNA COSA SERIA!

Cari amici ed amiche.

Leggete il post di questo blog http://italiaemondo.blogspot.com/2010/04/pedofilia-e-preti-considerazioni.html. Questo post ricevette un commento anonimo che vi invito a leggere.
Vi invito a fare questa riflessione. Qui si è instaurato un concetto sbagliato di laicità.
In quel post io avevo detto che la stuazione dei preti pedofili è scoppiata quando il Papa ha toccato i temi della famiglia e delle vita e che ci sono delle lobbies che sono contro tutto ciò.
Io ribadisco quanto detto. Qui nessuno vuole fare delle discriminazioni contro gli omosessuali, questione sollevata dall'interlocutore, ma la famiglia è una cosa ben diversa.
Io non ho mai detto che tutti gli omosessuali siano pervertiti. Molti di loro saranno anche brave persone. Gli omosessuali sono persone e come tali vanno rispettati ma la famiglia è tutta un'altra cosa. Anche la nostra Costituzione lo dice.
Quanto ai preti, io posso replicare dicendo che la stragrande maggioranza di loro sono uomini degni che dedicano la loro vita a Dio e alla comunità cristiana di cui sono pastori.
E poi, l'interlocutore lamenta il fatto che ai preti vengano affidati i bambini e, a suo giudizio il reato di pedofilia sarebbe più grave.
Io gli voglio ricordare che i bambini vengono affidati anche ad insegnanti laici, o addirittura credenti di una religione diversa dalla cattolica o atei.
Purtroppo, la pedofilia è presente anche tra gli insegnanti.
Ci sono già stati dei casi.
Vorrei che ci si scandalizzasse anche di questo.
La pedofilia è una cosa brutta e DA CONDANNARE, sia che a farla sia un prete e sia che farla sia un laico. La pedofilia è sempre molto grave.
La verità è che qui c'è un concetto sbagliato di laicità.
La vera laicità non attacca la religione ma al contrario ne rivendica anche un suo spazio. Oggi si è instaurato un concetto in cui un "modo di fare veramente laico" è quello che attacca la religione (e in particolare la Chiesa cattolica) sempre e comunque.
Questa non è laicità.
La vera laicità la insegnò anche Gesù Cristo che predicò le Scritture nonostante non fosse stato un sacerdote.
Infatti, al tempo di Gesù solo quelli della Tribù di Levi potevano essere sacerdoti ( e di conseguenza potevano leggere e predicare le Scritture) mentre Gesù era della Tribù di Giuda.
Lui diede una nuova interpretazione alle Scritture ed introdusse il sacerdozio ministeriale, investendo Pietro come primo Papa e gli altri apastoli come primi vescovi.
Fu una visione laica. La laicità fa parte del Cristianesimo.
Quindi, per essere veramente laici non si può zittire la Chiesa.
In un contesto di laicità anche la Chiesa può parlare.
In un contesto di laicità non ci si può scandalizzare solo se il reato di pedofilia è fatto da un prete mentre si tace (o si reagisce in modo blando) se è fatta da un'altra persona.
La pedofilia va condannata sempre e comunque.
Del resto, il Santo Padre ha dimostrato di avere l'intelligenza ed il coraggio per affrontare la vicenda e, nella sua direttiva, ha incoraggiato i fedeli a denunciare ogni abuso fatto da uomini di Chiesa.
Bisogna capire che questa triste vicenda è stata strumentalizzata.
E' ora di riportare un concetto di quella "vera laicità" di cui ho parlato.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.