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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 8 aprile 2011

LA ROCCHETTA MATTEI, IL SIMBOLO DI UN'ERA

Cari amici ed amiche. Da appassionato di arte, quale sono, domenica scorsa ho visto una puntata di "Passepartout", una trasmissione condotta da Philippe Daverio che va in onda su RAI3. E' una delle poche trasmissioni che vedo su quella rete. In quella puntata di "Passepartout", ho visto una cosa molto interessante, la Rocchetta Mattei. Essa si trova sull'Appennino Tosco-Emiliano , a Grizzana Morandi, un Comune della Provincia di Bologna. La sua fama è legata al conte Cesare Mattei (1809-1896) che fu un ricco possidente della Bologna papalina e che da Papa Pio IX ebbe il titolo di conte e lo fece deputato, dopo che questi gi donò un castello a Comacchio, castello con cui il Papa difese lo Stato Pontificio dagli Austriaci. In seguito alla morte della madre (che avvenne a causa di un tumore), Mattei lasciò la politica e si dedicò alla medicina. Fu lui colui che diede inzio all'elettromeopatia e studiò le erbe. Con i soldi che ebbe, Mattei acquistò i terreni della rocca di Savignano, una rocca in rovina che fu prima ancora un santuario di Matilde di Canossa ed il 05 novembre dello stesso anno pose la prima pietra della sua opera, per l'appunto, la Rocchetta Mattei. In essa confluiscono tutti gli stili delle epoche passate e di luoghi esotici. In questa opera si possono vedere i particolari di tutti gli stili, dai portali romanici agli archi gotici, fino ad arrivare ai merli, agli archi moreschi e alle cupole a forma di cipolla, tipiche del mondo orientale indo-islamico. All'interno vi sono finti soffitti lignei che in realtà sono fatti di carta. Purtroppo, la II Guerra Mondiale fece danni. Essa si trova vicino a quella che era la "Linea gotica" ed i tedeschi fecero razzie. Questo edificio non deve essere visto come l'opera di un eccentrico riccone ma come qualcosa di più "profondo". In essa vi sono tutte le inquietudini ed i pensieri dell'uomo nell'epoca del Romanticismo, movimento artistico che si diffuse nel XIX secolo. Il Romanticismo fu molto complesso. Esso si contrappose all'Illuminismo. Mentre quest'ultimo premiava la ragione, il Romanticismo premiava il sentimento. Esso fu una vera e propria "reazione" all'Illuminismo e alla cultura portata dalla Rivoluzione francese. Mentre l'Illuminismo si rifaceva al razionalismo, spesso usato in chiave antireligiosa, il Romanticismo premiava la religione. Inoltre, sul piano artistico, l'Illuminismo era legato al mondo classico mentre nel Romanticismo venivano rivalutati gli stili e le culture del Medio Evo, come lo stile bizantino, quello romanico e quello gotico. Sorse così nuove cattedrali e monasteri gotici. Un esempio fu l'abbazia di Fonthill, in Inghilterra, di cui scrissi nell'articolo che potrete leggere, seguendo il link http://thecandelabra.blogspot.com/2010/06/fonthill-abbey-sogno-pazzia-o.html. Di certo, molte di queste arti furono frutto di menti visionarie che però vollero recuperare quel patrimonio che l'Illuminismo e la Rivoluzione francese tentarono di distruggere. Tra l'altro, nel Romanticismo vi erano più tensioni e ciò si vide nell'arte. Dal un lato, vi era il nazionalismo. Ad esempio, i fratelli Grimm fecero dei libri prendendo spunto di antiche fiabe tedesche. Dall'altro, vi era la volontà di esotismo. Provate a guardare il quadro di Eugene Delacroix che è intitolato "La morte di Sardanapalo" o la stessa Rocchetta Mattei. Nei Paesi anglosassoni si sviluppò il romanzo gotico che portò all'attenzione l'aspetto del soprannaturale e che ebbe un rapporto particolare con il cattolicesimo. Ci fu anche un intreccio particolare con la massoneria. Infatti, molti di coloro che fecero grandi opere monumentali erano massoni. Lo stesso conte Mattei era un "franco muratore". Del resto, la massoneria nacque nel Medio Evo, tra le gilde degli architetti che costruivano le cattedrali. Pensiamo alla compagnia di Padre Soubise, compagnia che contribuì a fare la cattedrale di Chartres. Se guardiamo oggi quel periodo, sembra che vi fosse stata una sovrapposizione tra l'Essere Supremo e il Dio cristiano che è fonte di amore. Certo, è fondamentalmente questo il punto di divisione tra i massoni e noi cristiani. Per i massoni, Dio è il "Grande Architetto dell'Universo" o l'"Essere Supremo". In questo senso, si può essere d'accordo con i massoni. Dio, infatti, è Creatore e, come tale, è un essere pensante e che progetta. Per noi cristiani, però, Dio non è solo il Creatore ma è anche Colui che, per amore verso l'umanità, diede il suo unico Figlio in sacrificio e che punta alla Salvezza dell'uomo. Nella massoneria non c'è questo concetto. Eppure ci furono massoni cattolici, come il poeta inglese Alexander Pope (1688-1744) e ci furono architetti massoni che fecero chiese, come Christopher Wren (1632-1723), a cui dedicai una poesia che potete leggere, seguendo il link http://thecandelabra.blogspot.com/2009/10/littera-di-mastru-christopher.html. Quindi, la Rocchetta Maffei è un simbolo di tutte la complessità del Romanticismo, un movimento che va rivalatato. Del resto, quel movimento fece capire che l'uomo non può avere solo una mente razionale ma anche un sentimento, come la gioia, la rabbia, l'inquietudine, la pace, la paura e l'ambizione. Personalmente, non posso dare torto al conte Mattei. Egli ebbe il sogno di volere avere tutto il mondo vicino a sé. Anch'io provo la stessa cosa, ad esempio, quando guardo la mia collezione di monete ed aggiungo un pezzo nuovo ad essa o quando leggo un libro interessante. Questo sentimento si chiama curiosità e quando questa manca vi è una vera e propria cecità, quella cecità di cui parlava il Vangelo di domenica scorsa, che è citato anche nell'articolo intitolato "Commento alle letture della IV domenica di Quaresima", http://thecandelabra.blogspot.com/2011/04/commento-alle-letture-della-iv-domenica.html. Io non voglio diventare cieco. Cordali saluti.

giovedì 6 gennaio 2011

DA BUENOS AIRES ALLA SICILIA,L'ARTE E LA DEVOZIONE

Cari amici ed amiche.


Prima di incominciare, faccio gli auguri di un Santo Natale sereno ai nostri fratelli ortodossi.
Che la loro devozione, unita alla nostra, possa essere di aiuto per tutti.
La devozione si esprime con le opere, la fede, i gesti e l'arte.
E' proprio così, la devozione si esprime anche tramite l'arte.
In fondo, Dio sta anche in tutte le belle cose.
Molto spesso, l'arte ha la funzione di educare l'uomo anche alla fede ed essa non si trova solo nel fasto delle belle chiese o dei musei ma anche in eventi culturali e nei parchi a tema.
Un esempio mi è stata segnalato dall'amica Silvia Beatriz Quadranti di San Nicolas (Argentina) che mi ha inviato delle foto di un parco a tema realizzato a Buenos Aires che mostra le vicende di Cristo in Terra Santa. Una di quelle foto è qui illustrata.
Esso è un revival di opere molto più antiche, come il Sacro Monte di Varallo Sesia (in Provincia di Vercelli).
Quest'opera fu fatta dal frate francescano Padre Bernardino Caimi (1425-1500) e tratta le vicende della Passione e della Crocifissione di Cristo, fino alla Pasqua.
Essa è raccontata da statue lignee e di terracotta ed è divisa in 45 cappelle sistemate in un percorso che porta alla Chiesa della Madonna del Cuore.
Vi sono raccontate le vicende di Cristo, come anche quelle di San Francesco d'Assisi. Tra angeli, demoni e genti varie, quel frate vissuto tra il XV ed il XVI secolo volle portare la Terra Santa in Piemonte.
Lo stesso si può dire degli autori del parco a tema in Buenos Aires.
Un altro esempio di arte pedagogica e devozionale è il Santuario della Beata Vergine Maria di Grazie che si trova nel Comune di Curtatone, in Provincia di Mantova.
Ne parlai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/santuario-della-beata-vergine-di-grazie.html.
Le sue statue (che sono ex voto) incutono timore e rispetto, per la sacralità del luogo. Di fronte a questa sacralità, tutti sono eguali e tutti possono aspirare alla Salvezza.
Infatti, in quel luogo coesistono le statue di persone che uccisero altre persone come dei soldati e perfino quella di un boia che popolarmente è ricordato con il nome in dialetto mantovano "Giuanin d'la Masoeula" , che significa "Giovanni della Mazza".
Vi sono statue di persone umili e quella di potenti, tra i quali cito l'imperatore Carlo V d'Asburgo.
Di fronte alla sacralità del luogo tutti possono aspirare alla Salvezza, il giusto come il peccatore, l'umile come il potente.
Anche in Sicilia, vi sono esempi di arte devozionale, che spesso sfociano in leggende.
Una di queste tratta la statua di San Giacomo Maggiore Apostolo che si trova nella Chiesa parrocchiale dell'Assunta di Galati Mamertino, in Provincia di Messina.
Per la cronaca, in quella chiesa si sposarono i miei genitori.
Intorno a quella statua vi è una leggenda che dice che essa fu voluta dai contadini.
Il principe, che secoli fa governava la zona, la concesse ma pose delle condizioni.
La prima fu quella di essere devoti al Santo.
La seconda fu quella di esporre la statua in occasione di calamità naturali.
La terza fu quella di portare il santo per tre volte l'anno in processione per tutto il paese.
All'inizio, la devozione fu grande e le processioni furono partecipate.
Poi, però, la devozione si affievolì e ci fu chi rifiutò di portare la statua in processione, adducendo al suo peso.
Io, che nel 2000 fui a Galati Mamertino e presenziai alla processione, posso confermare.
La statua doveva essere portata da ventiquattro uomini. sei per ogni braccio della portantina.
Tenete conto del fatto che il paese si trova su un colle ed è pieno di viuzze con sali e scendi.
Quindi, servono quasi una cinquantina di uomini per portare quella statua.
Tornando alla storia, un giorno, il sacrestano aprì la chiesa e non trovò la statua.
Chiamò il prete e cominciò a chiedere se fosse stata rubata.
A un certo punto, arrivò una signora che disse di avere visto la statua che aveva vita propria e che camminava. Si stava allontando da Galati Mamertino.
Era arrabbiato con i galatesi che l'avevano abbandonato.
La gente lo implorava e gli chiedeva di fermarsi. Lui andava avanti.
Ad un certo punto arrivò il prete che gli urlò:
"Fermati Giacomo, in nome del Signore Gesù!".
Il Santo si fermò e rimase a Galati Mamertino, ove potrete ammirarlo.
L'arte può essere una testimonianza di fede e può avere una funzione pedagogica.
Ho portato all'attenzione solo alcune delle bellezze di questo tipo ma ve ne sono altre.
Guarda caso, queste testimonianze sono molto presenti in Italia e ove sono gli italiani.
Sarà un caso?
Cordiali saluti.





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AstraZeneca ha ritirato il suo vaccino anti-Covid

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".