Cari amici ed amiche.
Leggete questa nota dell'amico Giovanni Covino (SEFT) che tratta un brano di Sant'Ignazio di Antiochia:
"VII. Vi sono alcuni che portano il nome, ma compiono azioni indegne di Dio. Bisogna scansarli come bestie feroci. Sono cani idrofobi che mordono furtivamente. Occorre guardarsene perché sono incurabili. Non c'è che un solo medico, materiale e spirituale, generato e ingenerato, fatto Dio in carne, vita vera nella morte, nato da Maria e da Dio, prima passibile poi impassibile, Gesù Cristo nostro Signore.
VIII. Nessuno, dunque, vi inganni, come d'altronde non vi fate ingannare, essendo tutti di Dio. Se non vi è nessuna discordia tra voi che vi possa tormentare, allora vivete secondo Dio. Sono la vostra vittima e mi offro in sacrificio per voi Efesini, Chiesa celebrata nei secoli. I carnali non possono fare cose spirituali, né gli spirituali cose carnali, come né la fede le cose dell'infedeltà, né l'infedeltà quelle della fede. Anche quello che fate nella carne è spirituale. Fate tutto in Gesù Cristo.
IX. Ho inteso che sono venuti alcuni portando una dottrina malvagia. Voi non li avete lasciati seminare in mezzo a voi, turandovi le orecchie per non ricevere ciò che speravano. Voi siete pietre del tempio del Padre preparate per la costruzione di Dio Padre, elevate con l'argano di Gesù Cristo che è la croce, usando come corda lo Spirito Santo. La fede è la vostra leva e la carità la strada che vi conduce a Dio. Siete tutti compagni di viaggio, portatori di Dio, portatori del tempio, portatori di Cristo e dello Spirito Santo, in tutto ornati dei precetti di Gesù Cristo. Mi rallegro di essere stato stimato degno delle cose che vi scrivo, per trattenermi con voi e congratularmi perché per una vita diversa non amate che Dio solo.
X. Per gli altri uomini «pregate senza interruzione». In loro vi è speranza di conversione perché trovino Dio. Lasciate che imparino dalla vostre opere. Davanti alla loro ira siate miti; alla loro megalomania siate umili, alle loro bestemmie (opponete) le vostre preghiere; al loro errore «siate saldi nelle fede»; alla loro ferocia siate pacifici, non cercando di imitarli. Nella bontà troviamoci loro fratelli, cercando di essere imitatori del Signore. Chi ha sofferto di più l'ingiustizia? Chi ha avuto più privazioni? Chi più disprezzato? Non si trovi tra voi nessun'erba del diavolo, ma con ogni purezza e temperanza rimanete in Gesù Cristo con la carne e con lo spirito.".
Ora, faccio una riflessione.
L'antica comunità cristiana di Antiochia fu molto particolare.
Essa nacque nel 47 AD e fu la prima comunità cristiana non di origine giudaica ma di origine greca, pagana.
Fu la prima comunità ad essere definita "cristiana".
Prima, infatti, il Cristianesimo fu visto come una corrente dell'Ebraismo.
La sua evangelizzazione avvenne grazie a grandi figure come San Pietro, San Paolo, San Barnaba e Sant'Ignazio.
Ora, al giorno d'oggi, servirebbero tanti San Pietro, San Paolo, San Barnaba e Sant'Ignazio di Antiochia.
Infatti, oggi, vi è una forte secolarizzazione che ha reso gli uomini ben peggiori di quei pagani del tempo di San Paolo.
Questi ultimi, infatti, avevano sete di Dio.
Essi cercavano Dio e delle risposte alle domande che si ponevano sul senso della vita.
Oggi, l'uomo moderno è sempre più legato ai beni materiali e crede che la tecnologia possa fare tutto.
Egli si illude di potere fare tutto, strisciando una carta di credito, digitando parole sul computer o facendo ricerche scientifiche.
Tutte queste cose vanno bene ma non sono tutto.
Serve altro
L'uomo fu creato da Dio per fare il bene.
Fare il bene, prima di tutto, significa amare Dio ed il prossimo.
Essere cristiani, infatti, non significa solo andare a messa.
Infatti, alla messa devono seguire le opere
Solo così l'uomo può salvarsi.
Forse, l'uomo dovrebbe cominciare a riflettere su ciò.
Sarebbe già un passo avanti.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
Il mio libro
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sabato 5 maggio 2012
Rita Coruzzi, una vita vera!
Cari amici ed amiche.
Su Facebook, l'amica Bertoglio a portato alla mia attenzione un brano preso di Rita Coruzzi:
"C'era un bambino seduto su uno sgabello basso che guardava pazientemente la mamma mentre ricamava e quando alzava gli occhi per guardare la tela, vedeva colori stonati, fili allentati, confusione nel disegno, che invece avrebbe dovuto essere perfetto. Un giorno disse alla sua mamma: "Mamma, ma com'è brutto questo ricamo!". Allora la mamma lo prese in braccio, e gli mostrò il ricamo dalla parte dritta del lavoro, quella destinata a essere vista, e ogni colore era perfettamente in armonia con gli altri, non c'era un filo allentato, il disegno era perfetto e bellissimo, in completa armonia.
Tutti noi siamo come quel bambino, seduto su uno sgabello basso, e guardando verso l'alto possiamo vede solo i fili allentati, il disegno inesistente, la confusione dei colori della vita che scorre nel tempo, e allora andiamo dicendo quanto sia brutto il ricamo. Ma se lo potessimo vedere nella giusta prospettiva, quella di Dio, potremmo davvero renderci conto che quello che a noi sembra brutto in realtà è qualcosa di meraviglioso. Ecco perchè io sono disposta a seguire il disegno che Dio mi ha affidato, confidando che quando finalmente lo vedrò da un'altra prospettiva, sarà meraviglioso e io potrò dire con orgoglio che quel disegno è la mia vita, ricamata, vissuta, intrisa di Dio, come voglio che sia.".
Ringrazio Irene, che è una ragazza molto sensibile.
Rita Coruzzi è una ragazza di ventiquattro anni che ha una vita molto travagliata, a causa dei suoi problemi fisici.
Eppure, nonostante ciò, ella ha una forza interiore che compensa ogni suo problema nella carne.
Lei ci dà una grande lezione.
Infatti, Rita soffre, per i suoi problemi.
Eppure, ella si impegna facendo volontariato ai pellegrinaggi a Lourdes.
Possiamo dire che il buon Dio mise un'anima forte in corpo fragile.
La sua fede incrollabile, il suo mettersi al servizio degli altri e la sua forza d'animo valgono più tante belle parole.
Forse è questa la "diversa prospettiva" di cui Rita parla nel suo brano.
In un'epoca in cui si pensa al successo materiale (che, per carità di Dio, è legittimo) e alla bellezza esteriore, molti valori profondi, come l'amicizia, la comunione fraterna ed il reciproco mettersi al servizio, vengono messi in secondo piano.
Sicuramente, Rita vale molto più di persone che hanno un fisico possente o una cultura degna di un premio Nobel.
Ella vale anche più di me.
Molti mi dicono che io sia colto ed intelligente.
Io, invece, invidio molto persone come Rita.
La cultura e l'intelligenza (ammesso che le abbia) non sono nulla, se paragonate a quello che ha Rita, la "caritas".
Essa fa apprezzare anche le piccole cose.
Cordiali saluti.
Su Facebook, l'amica Bertoglio a portato alla mia attenzione un brano preso di Rita Coruzzi:
"C'era un bambino seduto su uno sgabello basso che guardava pazientemente la mamma mentre ricamava e quando alzava gli occhi per guardare la tela, vedeva colori stonati, fili allentati, confusione nel disegno, che invece avrebbe dovuto essere perfetto. Un giorno disse alla sua mamma: "Mamma, ma com'è brutto questo ricamo!". Allora la mamma lo prese in braccio, e gli mostrò il ricamo dalla parte dritta del lavoro, quella destinata a essere vista, e ogni colore era perfettamente in armonia con gli altri, non c'era un filo allentato, il disegno era perfetto e bellissimo, in completa armonia.
Tutti noi siamo come quel bambino, seduto su uno sgabello basso, e guardando verso l'alto possiamo vede solo i fili allentati, il disegno inesistente, la confusione dei colori della vita che scorre nel tempo, e allora andiamo dicendo quanto sia brutto il ricamo. Ma se lo potessimo vedere nella giusta prospettiva, quella di Dio, potremmo davvero renderci conto che quello che a noi sembra brutto in realtà è qualcosa di meraviglioso. Ecco perchè io sono disposta a seguire il disegno che Dio mi ha affidato, confidando che quando finalmente lo vedrò da un'altra prospettiva, sarà meraviglioso e io potrò dire con orgoglio che quel disegno è la mia vita, ricamata, vissuta, intrisa di Dio, come voglio che sia.".
Ringrazio Irene, che è una ragazza molto sensibile.
Rita Coruzzi è una ragazza di ventiquattro anni che ha una vita molto travagliata, a causa dei suoi problemi fisici.
Eppure, nonostante ciò, ella ha una forza interiore che compensa ogni suo problema nella carne.
Lei ci dà una grande lezione.
Infatti, Rita soffre, per i suoi problemi.
Eppure, ella si impegna facendo volontariato ai pellegrinaggi a Lourdes.
Possiamo dire che il buon Dio mise un'anima forte in corpo fragile.
La sua fede incrollabile, il suo mettersi al servizio degli altri e la sua forza d'animo valgono più tante belle parole.
Forse è questa la "diversa prospettiva" di cui Rita parla nel suo brano.
In un'epoca in cui si pensa al successo materiale (che, per carità di Dio, è legittimo) e alla bellezza esteriore, molti valori profondi, come l'amicizia, la comunione fraterna ed il reciproco mettersi al servizio, vengono messi in secondo piano.
Sicuramente, Rita vale molto più di persone che hanno un fisico possente o una cultura degna di un premio Nobel.
Ella vale anche più di me.
Molti mi dicono che io sia colto ed intelligente.
Io, invece, invidio molto persone come Rita.
La cultura e l'intelligenza (ammesso che le abbia) non sono nulla, se paragonate a quello che ha Rita, la "caritas".
Essa fa apprezzare anche le piccole cose.
Cordiali saluti.
Nicolás Gómez Dávila, "Nuevos escolios a un texto implícito"
Cari amici ed amiche.
Leggete questo testo di Nicolas Gomez Davila:
«La Gnosi è la teologia satanica dell’esperienza mistica. Nell’interpretazione gnostica dell’esperienza mistica si genera la divinizzazione dell’uomo.»
Leggete questo testo di Nicolas Gomez Davila:
«La Gnosi è la teologia satanica dell’esperienza mistica. Nell’interpretazione gnostica dell’esperienza mistica si genera la divinizzazione dell’uomo.»
Ringrazio l'amico Filippo Giorgianni che ha messo questo brano su Facebook.
Effettivamente, tutte le ideologie che negano Dio sono ideologie che, in realtà, divinizzano l'uomo o un'istituzione umana.
Le ideologie totalitarie sono un esempio di ciò.
Esse divinizzano uno Stato (come nel caso dell'Inghilterra di Cromwell o della Francia di Robespierre), un popolo (come nel caso del nazismo) o una categoria di persone (come nel caso del comunismo) ed ogni libertà dell'uomo è, di fatto, soppressa, per tutelare ciò che è divinizzato.
Da idee simili nascono la morte e la distruzione.
Chi vuole più di tutti la morte e la distruzione dell'uomo, se non Satana?
Riflettiamo.
Il presidente Berlusconi? Non era la causa dei problemi!
Cari amici ed amiche.
Vi invito a guardare il video qui sopra.
Effettivamente, molte cose dette dal ragazzo hanno riscontro nella vita reale.
Io mi ricordo dei vari festeggiamenti e caroselli che hanno fatto gli antiberlusconiani, dopo le dimissioni del presidente Berlusconi.
Mi ricordo anche degli insulti che mi sono beccato su questo blog, dai soliti interlocutori beceri, vigliacchi ed ignoranti, dopo che il presidente Berlusconi si era dimesso.
Ora c'è Mario Monti, il cui governo sta tassando le aziende a sta stremando le famiglie.
Vi porto un dato.
Con il governo del presidente Berlusconi, la disoccupazione era controllata e non superava l''8%.
Ora che c'è il governo Monti, la disoccupazione arriva al 10%.
Se prima eravamo sull'orlo del precipizio, oggi abbiamo fatto un passo avanti.
Cari antiberlusconiani, cosa dite ora?
Caro Pasquale, che su questo blog mi insultavi tanto, cosa dici ora?
Se hai coraggio, caro Pasquale, replica!
E' buono questo "babà antiberlusconiano", un babà avvelenato?
La colpa di questo pateracchio non è del presidente Berlusconi.
La causa di questa crisi è dell'Euro, una moneta retta dalle banche e fuori dal controllo di istituzioni politiche.
L'Euro è stato un successo...non per i cittadini europei.
Per certe persone valgono gli aggettivi detti dal ragazzo nel video.
Cordiali saluti.
V Domenica di Pasqua
Cari amici ed amiche.
Le letture delle Sante Messe di oggi e di domani saranno:
1) Dagli atti degli apostoli (capitolo 9, versetti 26-319):
"[26] Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo.
[27] Allora Barnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù.
[28] Così egli potè stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore
[29] e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo.
[30] Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
[31] La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo.".
2) Dal Salmo 22 (21):
"[1] Al maestro del coro. Sull'aria: "Cerva dell'aurora".
Salmo. Di Davide.
[2] "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza":
sono le parole del mio lamento.
[3] Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.
[4] Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
[5] In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
[6] a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.
[7] Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
[8] Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
[9] "Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico".
[10] Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
[11] Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
[12] Da me non stare lontano,
poiché l'angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.
[13] Mi circondano tori numerosi,
mi assediano tori di Basan.
[14] Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
[15] Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
[16] È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.
[17] Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
[18] posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
[19] si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.
[20] Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
[21] Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
[22] Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
[23] Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
[24] Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele;
[25] perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
[26] Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
[27] I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
"Viva il loro cuore per sempre".
[28] Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
[29] Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
[30] A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui,
[31] lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
[32] annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno: "Ecco l'opera del Signore!".
3) Dalla I lettera di Giovanni (capitolo 3, versetti 18-24):
"[18] Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità.
[19] Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore
[20] qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
[21] Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio;
[22] e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
[23] Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato.
[24] Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.".
[19] Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore
[20] qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
[21] Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio;
[22] e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
[23] Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato.
[24] Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.".
4) Dal Vangelo secondo Giovanni (capitolo 15, versetto 1-8):
"[1] "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
[2] Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
[3] Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.
[4] Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
[5] Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
[6] Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
[7] Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
[8] In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. ".
[2] Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
[3] Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.
[4] Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
[5] Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
[6] Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
[7] Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
[8] In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. ".
Cristo è la vite e noi siamo i tralci.
Cristo è la via che conduce alla vita e dà ad ogni uomo la salvezza.
Il suo messaggio è un messaggio di salvezza.
In quanto Figlio di Dio, Gesù stesso è la verità.
Anche la Chiesa, in quanto Corpo mistico di Cristo, è rappresentata dalla vite.
Chi rimane saldo nella fede e mantiene le parole di Cristo in cuore, si salva.
Così Cristo parlò della Chiesa.
Ogni cristiano è un testimone della fede.
Egli testimonia Cristo nella preghiera, nella fede e nelle opere.
Questa testimonianza avviene grazie allo Spirito Santo, lo Spirito che anima il fedele e le rende testimone di Cristo.
Chi sceglie Cristo, lo fa liberamente.
Liberamente, egli sceglie di mettere sé stesso al servizio di Dio e del prossimo.
Questa è la vera libertà.
La vera libertà va di pari passo con la responsabilità, la responsabilità verso Dio e verso gli altri.
Colui che rifiuta questo principio è come il tralcio che si stacca dalla vite.
Egli è destinato a morire.
La vera libertà non è il fare ciò che si vuole, senza regole e senza leggi.
Questa è schiavitù di sé stessi e dei propri istinti.
Chi è schiavo di sé stesso è destinato alla rovina.
La storia ci insegna questo.
venerdì 4 maggio 2012
Il Padre (della Patria) Popiełuszko. Un patriota del cielo ucciso in odium fidei-commento all'articolo su "Papalepale"
Cari amici ed amiche.
Prima di incominciare, desidero fare dei ringraziamenti.
Come voi tutti sapete, alla faccia di chi dice che questo blog non sia seguito, sono stato intervistato dall'amico Marco Stella sul "Portale dei Lombardi nel Mondo".
L'articolo è intitolato "Intervista ad Antonio Gabriele Fucilone autore del blog “Italia e Mondo”".
Ora, ringrazio, prima di tutto, Marco Stella, che mi ha intervistato.
Voglio ringraziare anche tutte le persone che mi seguono, a cominciare da coloro che, in qualche modo, hanno "collaborato" con me.
Ringrazio gli amici come Morris Sonnino, Sara Astrologo, Riccardo Di Giuseppe, Francesca Padovese, Anna Castaldo Morville, Irene Bertoglio, Giuseppe Sagliocco, Ivan Vassallo, Giovanni Covino, Mario Padovano, Filippo Giorgianni, Stefania Ragaglia, Alessandra Spanò, Vittorio Leo ed Angelo Fazio ed altri..
Senza i loro spunti, questo blog non avrebbe avuto tanto successo.
Ovviamente, ringrazio anche voi che leggete e commentate!
Proprio Angelo Fazio (una delle persone nominate) mi ha dato lo spunto per fare questo articolo.
Leggete l'articolo scritto su "Papalepale" che è intitolato "Il Padre (della Patria) Popiełuszko. Un patriota del cielo ucciso in odium fidei".
L'articolo è stato scritto da Claudio Cirami e Fazio l'ha portato alla mia attenzione, mettendolo su Facebook.
Questo articolo parla di padre Jerzy Popiełuszko, uno dei preti che combatté contro il comunismo in Polonia.
Egli si mise in mezzo agli operai per fare in modo che essi non fossero ingannati dalla trappola del comunismo.
Il comunismo fu (ed è tuttora) un'ideologia doppiamente maligna.
Essa uccise (ed uccide) dei corpi come uccise (ed uccide) delle anime.
Padre Popieluszko si mise in mezzo agli operai ma non si comportò da "prete operaio", come fece qualche suo collega, confondendo Gesù Cristo con Karl Marx o con Che Guevara.
Egli mantenne la sua identità cattolica, facendosi umile tra gli umili.
Per questo, egli fu ucciso il 19 ottobre 1984.
Come tutti coloro che hanno idee rivoluzionarie, il comunista è tranquillo quando l'avversario è debole.
Quando l'avversario è forte, però, egli diventa spietato ed arriva ad uccidere.
Oltre alla morte fisica dell'avversario, il comunista vuole anche la "damnatio memoriae" , la morte nei cuori.
Evidentemente nel caso di Popieluszko, la cosa non riuscì.
Anzi, catalizzò ancora di più la resistenza del popolo polacco.
Per battere certe ideologie non serve mettersi al livello di chi le sostiene ma bisogna batterle usando le sue stesse armi.
Cordiali saluti.
Prima di incominciare, desidero fare dei ringraziamenti.
Come voi tutti sapete, alla faccia di chi dice che questo blog non sia seguito, sono stato intervistato dall'amico Marco Stella sul "Portale dei Lombardi nel Mondo".
L'articolo è intitolato "Intervista ad Antonio Gabriele Fucilone autore del blog “Italia e Mondo”".
Ora, ringrazio, prima di tutto, Marco Stella, che mi ha intervistato.
Voglio ringraziare anche tutte le persone che mi seguono, a cominciare da coloro che, in qualche modo, hanno "collaborato" con me.
Ringrazio gli amici come Morris Sonnino, Sara Astrologo, Riccardo Di Giuseppe, Francesca Padovese, Anna Castaldo Morville, Irene Bertoglio, Giuseppe Sagliocco, Ivan Vassallo, Giovanni Covino, Mario Padovano, Filippo Giorgianni, Stefania Ragaglia, Alessandra Spanò, Vittorio Leo ed Angelo Fazio ed altri..
Senza i loro spunti, questo blog non avrebbe avuto tanto successo.
Ovviamente, ringrazio anche voi che leggete e commentate!
Proprio Angelo Fazio (una delle persone nominate) mi ha dato lo spunto per fare questo articolo.
Leggete l'articolo scritto su "Papalepale" che è intitolato "Il Padre (della Patria) Popiełuszko. Un patriota del cielo ucciso in odium fidei".
L'articolo è stato scritto da Claudio Cirami e Fazio l'ha portato alla mia attenzione, mettendolo su Facebook.
Questo articolo parla di padre Jerzy Popiełuszko, uno dei preti che combatté contro il comunismo in Polonia.
Egli si mise in mezzo agli operai per fare in modo che essi non fossero ingannati dalla trappola del comunismo.
Il comunismo fu (ed è tuttora) un'ideologia doppiamente maligna.
Essa uccise (ed uccide) dei corpi come uccise (ed uccide) delle anime.
Padre Popieluszko si mise in mezzo agli operai ma non si comportò da "prete operaio", come fece qualche suo collega, confondendo Gesù Cristo con Karl Marx o con Che Guevara.
Egli mantenne la sua identità cattolica, facendosi umile tra gli umili.
Per questo, egli fu ucciso il 19 ottobre 1984.
Come tutti coloro che hanno idee rivoluzionarie, il comunista è tranquillo quando l'avversario è debole.
Quando l'avversario è forte, però, egli diventa spietato ed arriva ad uccidere.
Oltre alla morte fisica dell'avversario, il comunista vuole anche la "damnatio memoriae" , la morte nei cuori.
Evidentemente nel caso di Popieluszko, la cosa non riuscì.
Anzi, catalizzò ancora di più la resistenza del popolo polacco.
Per battere certe ideologie non serve mettersi al livello di chi le sostiene ma bisogna batterle usando le sue stesse armi.
Cordiali saluti.
Lucifero e San Michele, la Rivoluzione e la Controrivoluzione
Cari amici ed amiche.
Leggete questa preghiera a San Michele arcangelo:
"In Nomine Patris, et Filii et Spiritus Sancti.
Princeps gloriosissime caelestis militiae, sancte Michael Archangele, defende nos in proelio et colluctatione, quae nobis adversus principes et potestates, adversus mundi rectores tenebrarum harum, contra spiritualia nequitiae, in caelestibus.
Veni in auxilium hominum, quos Deus creavit inexterminabiles, et ad imaginem similitudinis suae fecit, et a tyrannide diaboli emit pretio magno. Proeliare hodie cum beatorum Angelorum exercitu proelia Domini, sicut pugnasti contra ducem superbiae Luciferum, et angelos eius apostaticos: et non valuerunt, neque locus inventus est eorum amplius in coelo. Sed proiectus est draco ille magnus, serpens antiquus, qui vocatur diabolus et satanas, qui seducit universum orbem; et proiectus est in terram, et angeli eius cum illo missi sunt.
En antiquus inimicus et homicida vehementer erectus est. Transfiguratus in angelum lucis, cum tota malignorum spirituum caterva late circuit et invadit terram, ut in ea deleat nomen Dei et Christi eius, animasque ad aeternae gloriae coronam destinatas furetur, mactet ac perdat in sempiternum interitum.
Virus nequitiae suae, tamquam flumen immundissimum, draco maleficus transfundit in homines depravatos mente et corruptos corde; spiritum mendacii, impietatis et blasphemiae; halitumque mortiferum luxuriae, vitiorum omnium et iniquitatum.
Ecclesiam, Agni immaculati sponsam, faverrimi hostes repleverunt amaritudinibus, inebriarunt absinthio; ad omnia desiderabilia eius impias miserunt manus. Ubi sedes beatissimi Petri et Cathedra veritatis ad lucem gentium constituta est, ibi thronum posuerunt abominationis et impietatis suae; ut percusso Pastore, et gregem disperdere valeant.
Adesto itaque, Dux invictissime, populo Dei contra irrumpentes spirituales nequitias, et fac victoriam.
Te custodem et patronum sancta veneratur Ecclesia; te gloriatur defensore adversus terrestrium et infernorum nefarias potestates; tibi tradidit Dominus animas redemptorum in superna felicitate locandas. Deprecare Deum pacis, ut conterat satanam sub pedibus nostris, ne ultra valeat captivos tenere homines, et Ecclesiae nocere.
Offer nostras preces in conspectu Altissimi, ut cito anticipent nos misericordiae Domini, et apprehendas draconem, serpentem antiquum, qui est diabolus et satanas, ac ligatum mittas in abyssum, ut non seducat amplius gentes.".
La lotta tra San Michele e Lucifero può spiegare le due tendenze dell'uomo.
Lucifero, infatti, rappresenta la ribellione e la cattiva volontà di volere ribaltare l'ordine delle cose ad ogni costo.
L'amico Filippo Giorgianni, una volta mi ha scritto questa frase:
"La Rivoluzione è figlia della gnosi e la gnosi è il volto presentabile del satanismo".
Tutte quelle idee che puntano a sradicare l'ordine sono figlie della gnosi.
In un certo senso, Lucifero rappresenta l'arroganza dell'uomo che, spesso, per un'ambizione smisurata punta a distruggere ciò che si frappone tra lui ed il suo obiettivo.
Lucifero rappresenta la superbia, il peccato che sta all'origine del male che c'è dentro un uomo.
Dalla superbia, infatti, nascono l'invidia, l'accidia, l'avarizia, l'ira, la gola e la lussuria.
Guarda caso, Lucifero viene spesso e volentieri legato Venere, il pianeta simile alla Terra, il pianeta che porta il nome della divinità pagana dell'amore e dell'"eros", quell'amore carnale che è ben diverso dalla "caritas", l'amore cristiano e spirituale.
Infatti, nell'epoca precristiana, il pianeta Venere venne associato alla divinità Astaroth (una dea siriana che corrisponde ad Afrodite) mentre gli gnostici lo associano proprio a Lucifero, il cui nome significa "portatore della Luce".
Venere, infatti, sorge ad est durante il mattino.
Esistono tuttora, nella zona di confine tra Turchia e Siria delle tribù che venerano Lucifero.
Nel pensiero rivoluzionario, tutti e sette i peccati capitali emergono nel peggiore dei modi.
Emergono nella politica come negli aspetti del vivere umano.
Nel suo libro "Rivoluzione e Controrivoluzione", il professore Plinio Correa de Oliveira scrisse ciò:
"B. Sensualità e liberalismo
Accanto all'orgoglio, generatore di ogni ugualitarismo, sta la sensualità, nel senso più ampio del
termine, fonte del liberalismo. In queste tristi profondità si trova il punto di incontro tra questi due
princìpi metafisici della Rivoluzione, l'uguaglianza e la libertà, che da tanti punti di vista sono
contraddittori.
a) La gerarchia nell'anima: Dio, che ha impresso un sigillo gerarchico su tutta la creazione, visibile
e invisibile, l'ha impresso anche nell'anima umana. L'intelligenza deve guidare la volontà, e questa
deve dirigere la sensibilità. Come conseguenza del peccato originale, esiste nell'uomo un costante
attrito tra gli appetiti sensibili e la volontà guidata dalla ragione: "Vedo nelle mie membra un'altra
legge, che lotta contro la legge della mia ragione" (25).
Ma la volontà, regina ridotta a governare sudditi in stato di continuo tentativo di rivolta, ha i mezzi
per vincere sempre... purché non resista alla grazia di Dio (26). b) L'ugualitarismo nell'anima: il processo rivoluzionario, che mira al livellamento generale, ma che
tante volte è stato soltanto l'usurpazione della funzione del comando da parte di chi dovrebbe invece
ubbidire, una volta trasferito nelle relazioni tra le potenze dell'anima, dovrà produrre la tirannia
deplorevole di tutte le passioni sfrenate su di una volontà debole e fallita e una intelligenza
obnubilata. In modo particolare, il dominio di una sensualità ardente su tutti i sentimenti di
modestia e di pudore.
Quando la Rivoluzione proclama la libertà assoluta come principio metafisico, lo fa unicamente per
giustificare il libero corso delle peggiori passioni e degli errori più funesti.
c) Ugualitarismo e liberalismo: l'inversione di cui abbiamo parlato, cioè il diritto di pensare, sentire
e fare tutto ciò che le passioni sfrenate esigono, è l'essenza del liberalismo. Questo appare
chiaramente nelle forme più esacerbate della dottrina liberale. Analizzandole, ci si accorge che il
liberalismo dà poca importanza alla libertà per il bene. Gli interessa solo la libertà per il male.
Quando è al potere, toglie facilmente e perfino allegramente al bene la libertà, in tutta la misura
possibile. Ma protegge, favorisce, sostiene, in molti modi, la libertà per il male. In questo dimostra
la sua opposizione alla civiltà cattolica, che dà al bene tutto l'appoggio e tutta la libertà, e limita, per
quanto possibile, il male.
Ora, questa libertà per il male è precisamente la libertà così come è intesa dall'uomo in quanto
"rivoluzionario" nel suo intimo, cioè in quanto consente alla tirannia delle passioni sulla sua
intelligenza e sulla sua volontà.
E in questo senso il liberalismo è frutto dello stesso albero che produce l'ugualitarismo.
D'altra parte, l'orgoglio, in quanto genera odio verso qualunque autorità (vedi punto "A" di questo
paragrafo), induce a un atteggiamento chiaramente liberale. E a questo titolo deve essere
considerato un fattore attivo del liberalismo. Quando però la Rivoluzione si rese conto che, se si
lasciano liberi gli uomini, disuguali per le loro attitudini e la loro volontà di impegno, la libertà
genera la disuguaglianza, decise, in odio a questa, di sacrificare quella. Da ciò nacque la sua fase
socialista. Questa fase ne costituisce soltanto una tappa. La Rivoluzione spera, al suo termine
ultimo, di realizzare uno stato di cose in cui la completa libertà coesista con la piena uguaglianza.
Così, storicamente, il movimento socialista è un semplice compimento del movimento liberale. Ciò
che porta un autentico liberale ad accettare il socialismo è precisamente il fatto che, in esso, mentre
da un lato si proibiscono tirannicamente mille cose buone, o almeno innocue, dall'altro si favorisce
il soddisfacimento metodico, e a volte con caratteri di austerità, delle peggiori e più violente
passioni, come l'invidia, la pigrizia, la lussuria. E d'altra parte, il liberale intuisce che l'estensione
dell'autorità nel regime socialista non è altro, nella logica del sistema, che un mezzo per arrivare
alla tanto desiderata anarchia finale.
Gli scontri tra certi liberali ingenui o ritardatari, e i socialisti, sono dunque, nel processo
rivoluzionario, semplici episodi di superficie, inoffensivi qui pro quo che non turbano né la logica
profonda della Rivoluzione, né la sua marcia inesorabile verso quella direzione che, considerate
bene le cose, è al tempo stesso socialista e liberale.
d) La generazione del "rock and roll": il processo rivoluzionario nelle anime, così come lo abbiamo
descritto, ha prodotto nelle ultime generazioni, e specialmente negli adolescenti d'oggi, che si
lasciano ipnotizzare dal rock and roll, un modo di essere dello spirito caratterizzato dalla
spontaneità delle reazioni primarie, senza il controllo dell'intelligenza né la partecipazione effettiva
della volontà; dal predominio della fantasia e delle "esperienze" sulla analisi metodica della realtà."
Al contrario, San Michele rappresenta l'ordine, la Controrivoluzione.
Egli rappresenta il rispetto delle regole e dell'istituzione.
San Michele rappresenta la virtù umana.
Egli difese il giusto ordine.
Forse, nella politica attuale, dovremmo essere tutti come tanti "San Michele", a cominciare proprio dalla politica.
Cordiali saluti. .
Leggete questa preghiera a San Michele arcangelo:
"In Nomine Patris, et Filii et Spiritus Sancti.
Princeps gloriosissime caelestis militiae, sancte Michael Archangele, defende nos in proelio et colluctatione, quae nobis adversus principes et potestates, adversus mundi rectores tenebrarum harum, contra spiritualia nequitiae, in caelestibus.
Veni in auxilium hominum, quos Deus creavit inexterminabiles, et ad imaginem similitudinis suae fecit, et a tyrannide diaboli emit pretio magno. Proeliare hodie cum beatorum Angelorum exercitu proelia Domini, sicut pugnasti contra ducem superbiae Luciferum, et angelos eius apostaticos: et non valuerunt, neque locus inventus est eorum amplius in coelo. Sed proiectus est draco ille magnus, serpens antiquus, qui vocatur diabolus et satanas, qui seducit universum orbem; et proiectus est in terram, et angeli eius cum illo missi sunt.
En antiquus inimicus et homicida vehementer erectus est. Transfiguratus in angelum lucis, cum tota malignorum spirituum caterva late circuit et invadit terram, ut in ea deleat nomen Dei et Christi eius, animasque ad aeternae gloriae coronam destinatas furetur, mactet ac perdat in sempiternum interitum.
Virus nequitiae suae, tamquam flumen immundissimum, draco maleficus transfundit in homines depravatos mente et corruptos corde; spiritum mendacii, impietatis et blasphemiae; halitumque mortiferum luxuriae, vitiorum omnium et iniquitatum.
Ecclesiam, Agni immaculati sponsam, faverrimi hostes repleverunt amaritudinibus, inebriarunt absinthio; ad omnia desiderabilia eius impias miserunt manus. Ubi sedes beatissimi Petri et Cathedra veritatis ad lucem gentium constituta est, ibi thronum posuerunt abominationis et impietatis suae; ut percusso Pastore, et gregem disperdere valeant.
Adesto itaque, Dux invictissime, populo Dei contra irrumpentes spirituales nequitias, et fac victoriam.
Te custodem et patronum sancta veneratur Ecclesia; te gloriatur defensore adversus terrestrium et infernorum nefarias potestates; tibi tradidit Dominus animas redemptorum in superna felicitate locandas. Deprecare Deum pacis, ut conterat satanam sub pedibus nostris, ne ultra valeat captivos tenere homines, et Ecclesiae nocere.
Offer nostras preces in conspectu Altissimi, ut cito anticipent nos misericordiae Domini, et apprehendas draconem, serpentem antiquum, qui est diabolus et satanas, ac ligatum mittas in abyssum, ut non seducat amplius gentes.".
La lotta tra San Michele e Lucifero può spiegare le due tendenze dell'uomo.
Lucifero, infatti, rappresenta la ribellione e la cattiva volontà di volere ribaltare l'ordine delle cose ad ogni costo.
L'amico Filippo Giorgianni, una volta mi ha scritto questa frase:
"La Rivoluzione è figlia della gnosi e la gnosi è il volto presentabile del satanismo".
Tutte quelle idee che puntano a sradicare l'ordine sono figlie della gnosi.
In un certo senso, Lucifero rappresenta l'arroganza dell'uomo che, spesso, per un'ambizione smisurata punta a distruggere ciò che si frappone tra lui ed il suo obiettivo.
Lucifero rappresenta la superbia, il peccato che sta all'origine del male che c'è dentro un uomo.
Dalla superbia, infatti, nascono l'invidia, l'accidia, l'avarizia, l'ira, la gola e la lussuria.
Guarda caso, Lucifero viene spesso e volentieri legato Venere, il pianeta simile alla Terra, il pianeta che porta il nome della divinità pagana dell'amore e dell'"eros", quell'amore carnale che è ben diverso dalla "caritas", l'amore cristiano e spirituale.
Infatti, nell'epoca precristiana, il pianeta Venere venne associato alla divinità Astaroth (una dea siriana che corrisponde ad Afrodite) mentre gli gnostici lo associano proprio a Lucifero, il cui nome significa "portatore della Luce".
Venere, infatti, sorge ad est durante il mattino.
Esistono tuttora, nella zona di confine tra Turchia e Siria delle tribù che venerano Lucifero.
Nel pensiero rivoluzionario, tutti e sette i peccati capitali emergono nel peggiore dei modi.
Emergono nella politica come negli aspetti del vivere umano.
Nel suo libro "Rivoluzione e Controrivoluzione", il professore Plinio Correa de Oliveira scrisse ciò:
"B. Sensualità e liberalismo
Accanto all'orgoglio, generatore di ogni ugualitarismo, sta la sensualità, nel senso più ampio del
termine, fonte del liberalismo. In queste tristi profondità si trova il punto di incontro tra questi due
princìpi metafisici della Rivoluzione, l'uguaglianza e la libertà, che da tanti punti di vista sono
contraddittori.
a) La gerarchia nell'anima: Dio, che ha impresso un sigillo gerarchico su tutta la creazione, visibile
e invisibile, l'ha impresso anche nell'anima umana. L'intelligenza deve guidare la volontà, e questa
deve dirigere la sensibilità. Come conseguenza del peccato originale, esiste nell'uomo un costante
attrito tra gli appetiti sensibili e la volontà guidata dalla ragione: "Vedo nelle mie membra un'altra
legge, che lotta contro la legge della mia ragione" (25).
Ma la volontà, regina ridotta a governare sudditi in stato di continuo tentativo di rivolta, ha i mezzi
per vincere sempre... purché non resista alla grazia di Dio (26). b) L'ugualitarismo nell'anima: il processo rivoluzionario, che mira al livellamento generale, ma che
tante volte è stato soltanto l'usurpazione della funzione del comando da parte di chi dovrebbe invece
ubbidire, una volta trasferito nelle relazioni tra le potenze dell'anima, dovrà produrre la tirannia
deplorevole di tutte le passioni sfrenate su di una volontà debole e fallita e una intelligenza
obnubilata. In modo particolare, il dominio di una sensualità ardente su tutti i sentimenti di
modestia e di pudore.
Quando la Rivoluzione proclama la libertà assoluta come principio metafisico, lo fa unicamente per
giustificare il libero corso delle peggiori passioni e degli errori più funesti.
c) Ugualitarismo e liberalismo: l'inversione di cui abbiamo parlato, cioè il diritto di pensare, sentire
e fare tutto ciò che le passioni sfrenate esigono, è l'essenza del liberalismo. Questo appare
chiaramente nelle forme più esacerbate della dottrina liberale. Analizzandole, ci si accorge che il
liberalismo dà poca importanza alla libertà per il bene. Gli interessa solo la libertà per il male.
Quando è al potere, toglie facilmente e perfino allegramente al bene la libertà, in tutta la misura
possibile. Ma protegge, favorisce, sostiene, in molti modi, la libertà per il male. In questo dimostra
la sua opposizione alla civiltà cattolica, che dà al bene tutto l'appoggio e tutta la libertà, e limita, per
quanto possibile, il male.
Ora, questa libertà per il male è precisamente la libertà così come è intesa dall'uomo in quanto
"rivoluzionario" nel suo intimo, cioè in quanto consente alla tirannia delle passioni sulla sua
intelligenza e sulla sua volontà.
E in questo senso il liberalismo è frutto dello stesso albero che produce l'ugualitarismo.
D'altra parte, l'orgoglio, in quanto genera odio verso qualunque autorità (vedi punto "A" di questo
paragrafo), induce a un atteggiamento chiaramente liberale. E a questo titolo deve essere
considerato un fattore attivo del liberalismo. Quando però la Rivoluzione si rese conto che, se si
lasciano liberi gli uomini, disuguali per le loro attitudini e la loro volontà di impegno, la libertà
genera la disuguaglianza, decise, in odio a questa, di sacrificare quella. Da ciò nacque la sua fase
socialista. Questa fase ne costituisce soltanto una tappa. La Rivoluzione spera, al suo termine
ultimo, di realizzare uno stato di cose in cui la completa libertà coesista con la piena uguaglianza.
Così, storicamente, il movimento socialista è un semplice compimento del movimento liberale. Ciò
che porta un autentico liberale ad accettare il socialismo è precisamente il fatto che, in esso, mentre
da un lato si proibiscono tirannicamente mille cose buone, o almeno innocue, dall'altro si favorisce
il soddisfacimento metodico, e a volte con caratteri di austerità, delle peggiori e più violente
passioni, come l'invidia, la pigrizia, la lussuria. E d'altra parte, il liberale intuisce che l'estensione
dell'autorità nel regime socialista non è altro, nella logica del sistema, che un mezzo per arrivare
alla tanto desiderata anarchia finale.
Gli scontri tra certi liberali ingenui o ritardatari, e i socialisti, sono dunque, nel processo
rivoluzionario, semplici episodi di superficie, inoffensivi qui pro quo che non turbano né la logica
profonda della Rivoluzione, né la sua marcia inesorabile verso quella direzione che, considerate
bene le cose, è al tempo stesso socialista e liberale.
d) La generazione del "rock and roll": il processo rivoluzionario nelle anime, così come lo abbiamo
descritto, ha prodotto nelle ultime generazioni, e specialmente negli adolescenti d'oggi, che si
lasciano ipnotizzare dal rock and roll, un modo di essere dello spirito caratterizzato dalla
spontaneità delle reazioni primarie, senza il controllo dell'intelligenza né la partecipazione effettiva
della volontà; dal predominio della fantasia e delle "esperienze" sulla analisi metodica della realtà."
Al contrario, San Michele rappresenta l'ordine, la Controrivoluzione.
Egli rappresenta il rispetto delle regole e dell'istituzione.
San Michele rappresenta la virtù umana.
Egli difese il giusto ordine.
Forse, nella politica attuale, dovremmo essere tutti come tanti "San Michele", a cominciare proprio dalla politica.
Cordiali saluti. .
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.