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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 27 agosto 2011

MALTA E LA SICILIA





















Cari amici ed amiche.

Questo articolo è dedicato a tutti coloro che mi seguono da Malta, compreso l'amico Ivan Vassallo, che con i suoi articoli scritti sul giornale "Papalepapale" mi dà dei buoni spunti per fare i mei, qui su questo blog.
Tra Malta e la Sicilia esiste un legame storico e culturale. Pensiamo già alla lingua maltese. Secondo alcuni, pare che sia di origine fenicia ma in, realtà, le sue origini risalgono al dialetto siculo-arabo. Il ceppo di questa lingua è semitico ma dentro di sé ha molte parole siciliane. Però, vi sono tante altre caratteristiche che accomunano la Sicilia a Malta. Una di queste è la storia. Tra Sicilia e Malta ebbero dominazioni comuni. Pensiamo ai Fenici, che tra l'VIII secolo BC ed il 241 BC dominavano la Sicilia. Nel 1000 BC, essi avevano già colonizzato Malta. Nel 736 BC Malta fu occupata dai Greci che la chiamavano Melita. I Greci ebbero anche parte della Sicilia e del Sud Italia. Poi, vennero i Romani ( che conquistarono Malta nel 218 BC), i Vandali (che dal 440 AD iniziarono a fare incursioni in Sicilia) ed i Bizantini. Nel IX secolo AD, gli Arabi conquistarono sia Malta e sia la Sicilia. Come fecero in Sicilia, gli Arabi introdussero a Malta la coltivazione degli agrumi e del cotone. Fu nel Medio Evo che, però, Malta e Sicilia furono legate. Nel 1061, i Normanni arrivarono in Sicilia e tolsero l'isola agli Arabi. Nel 1091, avvenne lo stesso a Malta. In seguito si succedettero gli Svevi e gli Angioini e gli Aragonesi (1284). In pratica, seguì lo stesso destino della Sicilia. Furono signori di Malta i Conti di Modica, Manfredi III di Chiaromonte, e Bernardo Cabrera, all'inizio del XV secolo AD. In questo periodo nacque tanta parte della nobiltà maltese. Dopo essere stati cacciati da Rodi (in seguito all'invasione dei Turchi nel 1530) i Cavalieri di San Giovanni (o Ospitalieri) affittarono l'isola, divenendo Ordine di Malta. Quest'isola divenne un importante avamposto cristiano al centro del Mare Mediterraneo. Nel 1565, a Malta venne respinto un attacco da parte dei Turchi. Questi ultimi (che erano governati dal sultano Solimano il Magnifico) decisero di dare seguito ad una fatwa (decreto religioso islamico) che prevedeva la conquista di tutti i territori che erano stati del califfato arabo. Tra questi, vi erano proprio la Malta, la Sicilia e la Spagna. Quindi, possiamo dire che da Malta, forse, nacque quell'idea che si concretò nella Battaglia diu Lepanto del 1571, battagli che, manco a dirlo, partì dalla Sicilia, da Messina. Infatti, se andate a Messina non mancate di vedere la statua di don Giovanni d'Austria, uno degli artefici di tale battaglia.
Nel 1798, Malta cadde in mano a Napoleone Bonaparte. I Maltesi non accettarono il dominio dei Francesi, anche a causa dell'ostilita verso la Chiesa cattolica che questi ultimi avevano. Il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda ed il Regno di Sicilia mandarono aiuti contro i Francesi che vennero sconfitti. E così, Malta e la Sicilia si separarono poiché la prima finì in mano agli Inglesi.
Tuttavia, il legame tra queste due isole rimase.
Sebbene Malta fosse passata in mano all'Impero Britannico (1814 AD), con la Sicilia mantenne un legame. Infatti, gli Inglesi erano molto interessati anche alla Sicilia. Basti pensare alle numerose famiglie inglesi che si stabilirono in Sicilia. Pensiamo alla famiglie dei Withaker e degli Ingham, che divennero famose per avere inventato il vino Marsala. Di queste famiglia scrissi in un precedente articolo, quello intitolato "Storia di una famiglia inglese in Sicilia" . A Palermo vi è anche una chiesa anglicana, la "Holy Cross Church". Quindi, possiamo supporre che gli Scambi tra Malta e la Sicilia fossero stati frequenti.
Agli inizi del XX secolo, ci fu un forte irredentismo maltese che era favorevole all'unificazione di Malta al Regno d'Italia. Gli Inglesi reagirono. Con l'avvento del fascismo, gli Inglesi osteggiarono sempre di più l'italofilia maltese. Nel 1930, la flotta mediterranea inglese fu spostata ad Alessandria d'Egitto, per via della vicinanza di Malta all'Italia. I Maltesi si fecero valere durante la II Guerra Mondiale tanto che re Giorgio VI di Gran Bretagna insinì l'isola con la Croce. Dal 1934, l'italiano non fu più lingua ufficiale a Malta e, dopo la sanzioni lanciate contro l'Italia nel 1935, gli Inglesi cercarono di deitalianizzare i Maltesi. Ciò culminò nella II Guerra Mondiale, con l'uccisione dell'irredentista Carmelo Borg Pisani da parte dei militari britannici.
Nonostante tutto ciò, Malta restò legata all'Italia e, in particolare, alla Sicilia.
Pensiamo ai bei monumenti in stile barocco. Nella foto in basso, vi è un'immagine di un particolare di una chiesa della capitale di Malta La Valletta. Avevo usato questa foto nell'articolo intitolato "I simboli del'Italia unita". Ora, l'epoca barocca è ben anteriore al 1861. Eppure c'era già la coscienza di un'Italia unita e di un legame tra Malta e l'Italia. Questo dimostra che a Garibaldi non dobbiamo nulla e che, forse, la mitizzazione delle sua persona potrebbe essere pura propaganda. Inoltre, nel Convento dei Carmelitani a Mdna vi è un blasone del Regno di Sicilia così come ad Haz Zebbug vi è una chiesa barocca, la cui costruzione fu finanziata da un certo Filippo detto il "Catanese". Le sue linee orizzontali ricordano chiese come la cattedrale di Noto. Lo stile barocco siciliano si distingue da quello romano. Quest''ultimo ha uno sviluppo verticale. Ringrazio sempre l'amico Ivan Vassallo per le informazioni che pubblica su Facebook. Inoltre, come in Sicilia, anche a Malta vi sono leggende e superstizioni particolari. In un mio precedente articolo, parlai di quello che accadde a Galati Mamertino (Messina) con la statua di San Giacomo Maggiore Apostolo. L'articolo è intitolato "Da Buenos Aires alla Sicilia, l'arte e la devozione" .
Nella foto di sopra vi è raffigurata una foto di una pagina del libro intitolato "Il Mondo dell'incredibile" (della Selezione del Reader's Digest) che mostra una foto della chiesa di Mosta (Malta) che ha gli orologi dei due campanili che segnano ore diverse. Questo fu fatto per ingannare il diavolo, secondo la credenza.
E' proprio vero, tra Malta e la Sicilia vi è un legame antico che non deve essere mai spezzato. Questo legame è rappresentato dalla cultura e dall'attaccamento alla propria tradizione religiosa.
Noi del Nord Italia abbiamo qualcosa da imparare tanto dai Maltesi tanto dai Siciliani, poiché tante cose le abbiamo perse.
Mi viene in mente quanto succede qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova. Qui da noi, infatti, non si fa più la processione di San Giovanni Battista, il Santo Patrono di Roncoferraro, perché, secondo la gente, la statua che lo ritrare sarebbe pesante.
Ora, a Galati Mamertino, la processione di San Giacomo Maggiore Apostolo si fa. La statua di quel Santo è molto più pesante. Per portarla servono sei persone per ogni braccio della portantina. Quindi servono ventiquattro uomini. Infatti, i bracci della portantina sono quattro. Durante la mia recente permanenza a Galati Mamertino (di cui parlai nell'articolo intitolato "Il mio viaggio in Sicilia") ero capitato proprio nella processione di San Giacomo. Durante una sosta mi ero avvicinato ad osservare la statua ed ero andato a toccarla. Avevo fatto questo sia per devozione e sia per appurare che quanto si diceva riguardo al materiale e alla pesantezza della statua era vero. Avevo avuto la conferma. La statua di San Giacomo pesa tanto. Tenete conto che la statua è adornata da una pesante vara.
Ora, la statua di San Giovanni Battista è una piuma, se confrontata con quella di San Giacomo Maggiore Apostolo, e non ha nemmeno una vara che l'adorna. E' chiaro che diceria riguardo alla sua pesantezza sia solo una scusa per non fare la processione. Se i roncoferraresi mettessero la stessa passione che mettono quando fanno la "Festa del Pesce" o quando hanno fatto i festeggiamenti del 150° anno dell'Unità d'Italia nella festa dedicata a San Giovanni Battista (con tanto di processione)...farebbero un bene a loro stessi e agli altri.
Del resto, San Giovanni Battista venne prima di Giuseppe Garibaldi.
Una realtà che dimentica la propria cultura, anche religiosa, è destinata a soccombere.
In questo, come i Siciliani, i Maltesi ci battono. Rispetto alla Sicilia, noi saremmo vincenti sul piano industriale ma soccombiamo sul piano culturale. Un popolo che è ignavo di fronte al declino della propria cultura e alla dimenticanza delle proprie radici è destinato a perdere.
Cordiali saluti.




LA MISSIONE DI CRISTO ED IL RIFIUTO DEGLI UOMINI

Cari amici ed amiche.

Nelle Messe di questa sera e di domani saranno letti i brani del libro di Geremia (capitolo 20, versetti 7-9), del Salmo 62 (63), della lettera di San Paolo ai Romani (capitolo 12, versetti 1-2) e del Vangelo secondo Matteo (capitolo 16, versetti 21-27). Il brano del Vangelo dice queste parole:

"[21] Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno.

[22] Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai".

[23] Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!".
[24] Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

[25] Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.

[26] Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?

[27] Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. ".

Questo brano è il prosieguo di quello letto nella domenica precedente. In quel brano, Pietro confessò che Gesù era il Figlio del Dio vivente. In questo brano, invece, Gesù parlò della sua missione. Egli, infatti, disse che sarebbe dovuto andare a Gerusalemme e che lì sarebbe stato processato dagli anziani e dai farisei e poi ucciso. In seguito sarebbe risorto.
E' chiaro che queste parole parlino della sua missione.
L'apostolo Pietro, lo stesso che la volta scorsa confessò che Gesù era il Figlio di Dio e che da questi ricevette l'elogio e l'investitura di suo vicario sulla Terra, questa volta venne rimproverò Gesù dicendo che una cosa del genere non sarebbe mai dovuta succedere. A sua volta, Gesù lo rimproverò apostrofandolo con il nome "Satana". Il nome "Satana" è di origine ebraica e significa "avversario". Quindi, Pietro fu apostrofato con una brutta parola.
Ora, per capire il significato dei quattro Vangeli bisogna mettersi in testa che Gesù è il Figlio di Dio e che dovette morire e risorgere.
Ora, Gesù morì nel 33 AD. Il primo Vangelo, quello di Marco, fu codificato circa nel 60 AD. Quindi cosa si diceva nelle chiese durante quel lasso di tempo compreso tra il 33 AD ed il 60 AD?
Si diceva esattamente che Gesù è il Figlio di Dio e che egli è morto ed è risorto per noi.
Questo brano del Vangelo ci insegna anche un'altra cosa.
Molto spesso l'uomo è preso dai propri interessi. Anzi, spesso e volentieri mette i propri interessi prima Dio. Allora, e mi rivolgo a noi cristiani, quando ci svegliamo alla mattina e diciamo almeno un "Padre nostro" , già facciamo un grande servizio a Dio perché lo mettiamo al primo posto della nostra vita. Lo stesso discorso vale quale si entra in una chiesa e si recita una preghiera o quando si aiuta il prossimo. Molto spesso, la religione umana prevede il proprio interesse prima di tutto. La religione di Dio, invece, prevede il mettere Dio ed il prossimo prima dell'interesse personale.
In fondo, Gesù disse questo ed egli non fu crocifisso perché disse di essere di il Figlio di Dio. Questo fu un pretesto. Egli fu crocifisso per quello che diceva. Quello che diceva era esattamente i due comandamenti che riassunsero tutti il Decalogo ebraico ossia "ama il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze" ed "ama il prossimo tuo come te stesso". A chi, invece, pensava al proprio interesse, questi due comandamenti stavano scomodi. Nessuno è immune da questo male. E allora, riflettiamo sul significato dell'essere cristiani.
Cordiali saluti.



venerdì 26 agosto 2011

L'UMANESIMO MODERNO, IL RELATIVISMO E L'ITALIA UNITA

Cari amici ed amiche.

Vi invito a leggere l'articolo del blog "El Matiner Carlì". L'articolo è intitolato "El humanismo moderno anclado en el relativismo". Questo articolo parla del rapporto tra un certo tipo di Umanesimo ed il relativismo, ossia quella concezione moderna che nega le verità assolute e che sta alla base della Rivoluzione fracese, dell'attuale secolarismo e delle ideologie che il secolo scorso provocarono la morte di parecchie persone, il comunismo ed il nazismo. Infatti, quando si negano le verità assolute (Dio in primis) ogni disordine è possibile. Ora, però, va detto che il relativismo è legato anche all'Unità d'Italia. L'onorevole Umberto Bossi (leader della Lega Nord) ha detto che l'Italia non esiste. Il presidente Silvio Berlusconi ha detto il contrario.
Riguardo a queste due posizioni, vale il detto latino che dice:
"In medio stat veritas".
Entrabi hanno avuto ragione.
Infatti, da un punto di vista culturale, l'Italia esiste da secoli. Le genti italiche esistono da secoli. Parlano lingue italo-romanze (e l'italiano), hanno una cultura unica ed una religione maggioritaria, quella cattolica. Pensate alla Scuola siciliana dell'imperatore Federico II. Essa raccoglieva la cultura di varie parti d'Italia. Quindi, l'Italia esisteva già prima della sua unificazione, che avvenne nel 1861.
Diverso è il discorso dell'unificazione. Infatti, non esiste l'Italia figlia di quel processo di unificazione del 1861 e di cui l'attuale Paese è erede. Infatti, tra il "Paese nato nel 1861" ed il "Paese reale", quello della cultura, della religione e della lingua, esiste un divario enorme, proprio perché il primo nacque dal relativismo. Chi promosse quell'unificazione del nostro Paese, fece ciò con un processo forzoso e messo in atto contro le radici culturali e religiose dello stesso. La storia ufficiale incensa Giuseppe Garibaldi, re Vittorio Emanuele II, Camillo Benso conte di Cavour e Giuseppe Mazzini. Ora, però, non ci si rende conto che il processo di unificazione promosso da questi fu fatto contro Stati che legittimamente esistevano, come lo Stato Pontificio o il Regno delle Due Sicilie, ai danni dei quali il Regno di Sardegna si espanse. Quindi, l'unificazione fu, di fatto, un'annessione. La storia fa tuttora propaganda delle gesta di Garibaldi e mostra anche i plebisciti di Venezia o di Napoli, per dimostrare che questo processo di unificazione fu voluto dal popolo. La realtà potrebbe essere ben diversa. Ad esempio, non era nemmeno realisticamente possibile che tutti i milanesi, i mantovani, i veronesi ed i veneziani fossero stati male nell'Impero Austro-Ungarico, impero che inglobava i loro territori. Anzi, nell'Impero Austro-Ungarico, la cultura italiana era rispettata. A Vienna si parlava anche italiano. Non era neppure possibile che tutti napoletani, i calabresi ed anche i siciliani (che forse avevano qualche motivazione in più per essere ostili al governo di Napoli) fossero stati male con i Borboni. Vi invito a leggere questo articolo del blog di Antonella Randazzo. Il suo link è http://antonellarandazzo.blogspot.com. Il titolo è "RISORGIMENTO INSANGUINATO PARTE II Elezioni e Plebisciti burla". E' chiaro che questo processo di unificazione non fosse stato voluto dal popolo ma da certi gruppi, tra i quali vi furono certe logge massoniche. La massoneria è di per sé relativista. Rileggete l'articolo intitolato "Massoneria e cattolicesimo, dov'è la divergenza?". Ora, è fuori discussione il fatto che a guidare questo processo di unificazione fossero state certe logge massoniche antipapiste ed anticattoliche.
Il processo di unificazione si face contro la Chiesa e con le dottrine del relativismo. Quindi, tra il nuovo Stato che venne fuori nel 1861 ed il "Paese reale" ci fu una distanza notevole. Esso, infatti, accentrò tutto al governo sabaudo, senza tenere conto delle peculiarità che c'erano negli Stati preesistenti. Inoltre, ci fu la situazione di conflitto con la Chiesa. La maggioranza dei cittadini era cattolica ed era costretta a scegliere tra l'obbedienza verso la Chiesa e la fedeltà allo Stato. Questo generò verso nuovo Stato italiano un'ostilità che si concretò anche in movimenti criminali, come la mafia ed il brigantaggio. La prima fu di origine aristocratica mentre il secondo fu popolare. Inoltre, si stava facendo strada anche il socialismo, a cui anche lo stesso Garibaldi guardò con simpatia.
Anche il socialismo fu contro quel tipo di Stato, se pur ragioni completamente diverse. Quindi, furono in pochi a vedere nel nuovo Stato italiano la propria casa.
Forse, capendo ciò, si possono anche comprendere i mali attuali, come anche la stessa evasione fiscale. Intendiamoci, non voglio giustificare l'evasione fiscale ma quando non vi è amore verso il proprio Paese, o meglio verso le sue istituzioni, si fa di tutto per trasgredirne le leggi. Questa poca distinzione tra Bene e Male non è già relativismo?
Forse, oggi, si dovrebbe ripensare modificare la struttura delle nostre istituzioni, con serie riforme. Forse, così si potrà riparare a quell'errore madornale del 1861.
Ora, termino facendo una considerazione personale.
Il mio Comune, Roncoferraro (Mantova) è un Comune risorgimentale.
Esso è legato a Garibaldi. Giuseppe Nuvolari, il luogotenente del generale nizzardo, era di Roncoferraro.
Forse, anziché organizzare una festa (con tanto di torta) e spendere dei soldi per essa, l'amministrazione comunale roncoferrarese avrebbe dovuto fare anche degli eventi culturali che avrebbero avuto la finalità di confronto anche quelle idee che oggi sono di "controcultura" su questo tema.
Bisogna riconciliarsi con la storia, poiché essa, prima o poi, farà pagare il conto.
Qui non si tratta di istigare all'odio ma di cercare la verità.
Come dissero i nostri padri latini, in medio stat veritas...vel virtus.
Cordiali saluti.



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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.