Cari amici ed amiche.
Dalla riflessione fatta il 26 dicembre scorso (http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/valori-da-salvare.html) possiamo desumere una cosa, riguardo il crescente uso dei social-network.
Possiamo desumere che si ha paura di socializzare dal vivo!
Non sono qui per criminalizzare nessuno (e nemmeno i social-network) ma noto sempre di più che si ha paura di fare amicizia e di instaurare i rapporti umani.
Sarei un ipocrita se dicessi che non ho un profilo sui social-network. Ne ho uno su Facebook, uno sulla Libero Community ed uno sul social-network dell'Associazione Giovani Italiani nel Mondo-Argentina.
Più che altro, li uso per fare la mia attività politica e culturale, cosa in cui mi voglio cimentare.
Molto probabilmente, per non dire sicuramente, se nel 2009 non ci fossero state le elezioni comunali nel mio Comune, non mi sarei mai iscritto a Facebook, che è il social-network che uso di più.
Avevo l'esigenza di "fare rete" con altri soggetti dell'area politica di mio riferimento e di fare conoscere la lista che correva alle elezioni comunali. Inoltre, mi ero interessato anche della questione degli italiani nel mondo, parlando della vicenda degli italiani di Tacuarembò, Uruguay.
Riguardo questo tema, potete andare su qualsiasi motore di ricerca.
Inoltre, volevo fare conoscere anche le mie poesie.
Però, vedo tanta gente che nei social-network cerca degli amici, nel senso stretto del termine.
Molto spesso, si fa amicizia sui social-network con persone che abitano nello stesso paese, inteso come villaggio.
Sembra quasi che si abbia paura anche a dirsi "ciao" dal vivo.
L'ho notato anch'io. Nella mia "lista amici" di Facebook ci sono persone che abitano nella mia stessa zona ma che abbiano paura paura a rivolgermi la parola dal vivo.
Da un lato la cosa mi fa ridere.
E' una realtà triste!
Io non mangio le persone.
Eppure, capita anche questo.
Di casi del genere ne ho sentiti tanti.
Aveva detto bene un ragazzo che è in contatto con me su Facebook che aveva commentato il succitato articolo messo sul social-network.
Davanti al computer si è leoni ma nella realtà si ha paura.
Perché questo?
Proviamo ad analizzare il problema.
In certi casi, "l'offerta locale" , ossia le persone che abitano in zona, possa non dare quella garanzia di amicizia.
Spesso e volentieri ci sono invidie e malelingue.
Allora, una persona può cercare delle buone amicizie altrove.
In altri casi, è la persona stessa che ha paura di socializzare.
Il social-network diventa quindi il modo per fare amicizia.
Il problema sta nel fatto che l'amicizia virtuale debba tradursi in un rapporto reale.
Se questo non succede, è chiaro tale rapporto rischia di restare fittizio ed inutile e che la persona con cui si interloquisce possa non corrispondere alla realtà.
Qui c'è il pericolo a cui sono particolarmente esposti i minorenni.
Mi voglio rivolgere ai genitori dicendo loro di stare attenti a quello che fanno i loro figli quando sono in rete.
Dietro nomi innocenti si possono nascondere degli orchi!
Comunque, c'è una vera e propria paura di fare amicizia e ci si rifugia nei social-network.
Questo è dannoso perché la persona non sarà mai socialmente matura.
Non sarà mai capace di stare in società.
Questo è davvero triste!
I rapporti umani sono delle scommesse!
Se vanno bene è tutto ok e se vanno male si provi con altre persone.
Io, ad esempio, con certe persone della mia zona non parlo ma ne ho trovate altre in altre zone, con cui ho un buonissimo rapporto.
Sono persone fatte di carne, di sangue e di ossa e non presentate in chat.
Se dovessero bannarmi da Facebook o dagli altri social-network a cui sono iscritto non mi metterei a piangere.
Quindi, il social-network va bene per iniziare un rapporto umano ma questo, poi, deve prescindere dall'informatica.
Solo così può essere autentico.
Cordiali saluti e, di nuovo, buon 2011.