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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 7 agosto 2012

Replica a Gaspare Serra

Cari amici ed amiche.

Gaspare Serra ha commentato su questo mio blog.
Il commento è stato scritto all'articolo "Una risposta a Gaspare Serra" e recita:

"Caro Antonio,prescindendo dalle appartenenze politiche di ognuno (io cerco sempre di ragionare secondo le mie logiche, non assecondando le logiche di partito!), condivido gran parte di ciò che dici.
Del resto, il mio articolo a cui hai fatto riferimento rappresenta solo il prologo di una serie con cui affronterò vari problemi...

Quel che penso, in sintesi?

1- La nostra PRIMA REPUBBLICA è stata affidata nelle mani:
- di uomini come Giulio Andreotti e Bettino Craxi (per la Giustizia italiana, l’uno "associato alla mafia" fino al 1980, l’altro "latitante"...)
- e di partiti “affaristi” come la Dc e il Psi...
Per questo (e non solo…) è meglio archiviare definitivamente quella stagione politica (anche se ancora in parte “sopravvive” in Parlamento!).
E’ in gran parte responsabilità di quella generazione di politici, del resto, il fardello del debito pubblico che pesa oggi sulle nostre spalle!

2- La SECONDA REPUBBLICA, invece, è rimasta in realtà “sulla carta”: indica solo "uno slogan", essendo abortita ancor prima di nascere!
Nata sulle ali del rinnovamento e sulla promessa di radicali riforme, è rimasta piuttosto "ferma al palo":
- l’unica riforma degna di questo nome realizzatasi, quella del Titolo V, è risultata incompleta e incompiuta (fonte di persistente conflittualità tra Stato e Regioni);
- i referendum del ‘93 su legge elettorale e finanziamento pubblico ai partiti sono stati "traditi" dagli stessi partiti (prima con l’introduzione dei rimborsi elettorali, poi col famigerato "porcellum"!);
- e, per di più, ancor oggi, 20 anni dopo, si spacciano per "nuovi" o "evergreen" personaggi che già nel ‘92 si facevano promotori del cambiamento (Bossi, Berlusconi, Fini, Casini, Bersani...)!

3- La TERZA REPUBBLICA, infine, per me dovrebbe essere semplicemente il completamento di quella "transizione infinita" iniziata nel ‘92!
Come?
1- Riformando "da cima a fondo" l’assetto istituzionale del Paese (dallo Stato ai Comuni, in primis abolendo le province, realizzando un vero federalismo e introducendo il semipresidenzialismo...);
2- e chiedendo alla politica di tornare a fare "Politica" (di occuparsi non più di leggi "ad personam", di embrioni, di intercettazioni o di scandali privati… bensì dei problemi "reali" delle famiglie!).

Siamo l’unico Paese in Europa, tra l’altro, in cui i partiti, rinnegate le ideologie, hanno finito col “vergognarsi” di chiamarsi tali (sono proliferati, così, gli asinelli, gli elefantini, le margherite, i Forza Italia, i Futuro e libertà, l’Italia dei Valori...).
Sta di fatto, però, che i "non partiti" italiani hanno commesso più disastri dei partiti tradizionali (più che col loro agire con la loro inerzia, impotenza, incapacità... col loro "tirare a campare"!
Il risultato?
"Tutto è cambiato perché nulla cambiasse!"

Per questo noi, da semplici cittadini (ognuno con le proprie idee politiche) dovremmo chiedere solo e soltanto una cosa: un "cambiamento"!
Non "fine a se stesso", si capisce, bensì finalizzato a porre le condizioni per la nascita di nuove istituzioni, più "decisioniste" e "democratiche" al tempo stesso...

Saluti...".


Ora, voglio replicare.
In primo luogo, voglio dire qualcosa riguardo alla mia appartenenza politica.
Io sono iscritto al Popolo della Libertà ma ciò non mi impedisce di ragionare con la mia testa, tanto che, qui a Roncoferraro (in Provincia di Mantova), ho avuto modo di criticare la gestione del partito e le critiche erano più che fondate.
In secondo luogo, la I Repubblica era destinata, in qualche modo, ad esporsi alla corruzione.
Questo avvenne perché nel 1945 (dopo la caduta del fascismo) ci fu una vera e propria "spartizione del potere" tra la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista.
Poiché il Partito Comunista era legato all'Unione Sovietica, la gente votava Democrazia Cristiana.
La Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista furono come i due "ladri di Livorno che litigavano di giorno e rubavano insieme di notte".
In Parlamento si scontravano ma arrivavano a fare dei compromessi.
Questo sistema fece creare gruppi politici ed economici e mischiò l'economia e la politica.
Basti pensare alle cooperative rosse.
In pratica, ci fu un sistema bloccato.
Da una situazione del genere la corruzione diventava una normale.
La I Repubblica crollò miseramente nel 1992, sotto il colpi del "Pool di Mani Pulite".
Tuttavia, quanto successe in quegli anni ed i vari provvedimenti giudiziari non furono un vero e proprio tentativo di fare pulizia ma fu semplicemente un tentativo di distruggere una classe politica e crearne un altra in cui i comunisti (il cui partito aveva assunto il nome di "Partito Democratico della Sinistra" nel 1991) avrebbero avuto il comando.
Tra l'altro, molte persone che furono indagate, non furono colpevoli di nulla.
Se questo progetto fosse andato completamente in porto, sarebbe stato un bel guaio.
Per fortuna, nel 1994, un imprenditore milanese di nome Silvio Berlusconi costituì una forza politica alternativa alla "macchina da guerra" della sinistra.
Il presidente Berlusconi fece tre cose importanti.
La prima fu l'avere impedito a questa sinistra di vincere.
La seconda fu l'avere trasformato la Lega Nord e le forze di destra in forze di governo.
La terza fu l'avere creato un progetto che avrebbe migliorato l'Italia, con riforme importanti, come il federalismo.
Purtroppo, questo progetto non riuscì pienamente per un motivo molto semplice:

l'Italia non sarà mai un Paese riformabile finché ci sarà questa classe dirigente!

I progetti innovatori del presidente Berlusconi furono stoppati dalla vecchia classe dirigente.
Ad esempio, il "Porcellum", la legge elettorale attualmente vigente era funzionale a quel federalismo che era stato proposto nel 2006, con il referendum.
Purtroppo, quella riforma federale fu bocciata nel 2006 con il referendum.
Questa fu la dimostrazione del fatto che le classi dirigenti della I Repubblica lasciarono dei tristi retaggi.
Inoltre, l'Italia ha un altro problema.
Questo problema è il non volere fare le infrastrutture.
Il caso emblematico è quello della TAV.
In Val di Susa ci sono coloro che arrivano a fare anche le manifestazioni violente per non fare costruire questa ferrovia ad Alta Velocità.
Questo avviene perché ci sono movimenti che vogliono conservare lo status quo e che pilotano dei cittadini.
Molti di loro agiscono in buona fede ma (di fatto) diventano delle marionette di questi signori che vogliono mantenere lo status quo.
Quanto alle "leggi ad personam", il discorso è presto fatto.
In Italia non c'è una giustizia seria.
Per esempio, è giusto che si intercettino tutti indiscriminatamente e che queste intercettazioni finiscano sui giornali?
Una cosa del genere è indegna!
In un Paese civile, questa cosa non esiste!
Quanto agli embrioni, fare ricerca scientifica è giusto.
Guai se non ci fosse la ricerca scientifica!
Però, c'è un limite a tutto.
Un embrione è una vita umana che si sviluppa.
Nessuno ha il diritto di sopprimere una vita umana.
Riguardo a questa politica in mano ai "vecchi", voglio dire la mia.
Tanta parte della colpa è anche di noi giovani.
Molti di noi giovani, anziché interessarci seriamente di politica, abbiamo fatto altro.
Inoltre, molti di quei giovani che si sono avvicinati alla politica, l'hanno fatto attraverso movimenti estremisti e violenti (come i centri sociali) e per colpa loro la fiducia verso i giovani stessi è andata a farsi benedire.
Io, che sono di destra, cattolico,  federalista, contrario ad ogni forma di assistenzialismo e filo-israeliano, cerco di fare capire che noi giovani non siamo tutti con i centri sociali.
Eppure, ciò è difficile da fare capire.
Cordiali saluti. 







lunedì 6 agosto 2012

Infiltrazioni massoniche nella Chiesa? Attenti a ciò che si dice!

Cari amici ed amiche.

Su Facebook, l'amica Miriam Loi mi ha fatto avere questa foto presa dalla pagina "Orwell 2012" con questa didascalia:

"Ci sono scandali che, guarda caso, nessuno vuol montare.
Anche se potrebbero andare nella direzione voluta: l’attacco sistematico alla Chiesa.


Si è scoperto, in questi giorni, che nel nuovo scandalo Ior è coinvolto nientemeno che un cerimoniere del papa, mons. Camaldo!

Recitava la Stampa del 17 maggio: “Che Balducci abbia un conto corrente presso lo Ior, fu lui stesso a dirlo a un magistrato. Era qualche anno fa e lo interrogava il pm di Potenza, il giovane Henry John Woodcock, il quale, intercettando le telefonate del cerimoniere pontificio, monsignor Franco Camaldo (coinvolto nell’inchiesta sugli affari di Vittorio Emanuele di Savoia), fu incuriosito da un misterioso bonifico di Balducci al monsignore.
Questa fu la spiegazione di Balducci: siccome monsignor Camaldo, suo fraterno amico, era stato truffato nel corso di una spericolata operazione immobiliare, ed era giù di morale, lui aveva deciso di aiutarlo con un prestito di 280 mila euro a fondo perduto. Camaldo diede una risposta ancora più sorprendente: aveva partecipato a una operazione per comprare a Marino, nei Castelli romani, la villa principesca che era appartenuta a Carlo Ponti e Sofia Loren per farne la sede di una associazione massonica, ma il tutto si era rivelato una truffa e perciò era ricorso a Balducci”.

Uno scandalo, dicevo, di questo tenore: “il potere del Vaticano”, per usare una espressione maligna assai diffusa, “si salda con quello, segreto, delle logge”!

Invece niente: delle logge, ma guarda un po’, non interessa nulla a nessuno.

Tutti a dar botte alla Chiesa, allo Ior, e la notizia che l’omino Ior è in verità un massone (cioè, per dirla con Agostino, “nella Chiesa ma non della Chiesa”), passa inosservata.

Perché ci sono poteri che è meglio non toccare?

Eppure la news è assai interessante: perché ci riporta alle infiltrazioni della massoneria, pluri-scomunicata dalla Chiesa, nella Chiesa.

Infiltrazioni che datano da parecchi anni, se dobbiamo da credito ad una lista di prelati massoni comparsa su Panorama nel 1976 e poi ad un’altra, analoga ma più completa, pubblicata dal giornalista laico Mino Pecorelli, su Op del 12 settembre 1978.

Pecorelli, membro della P2, sarebbe morto poco dopo la pubblicazione della lista, presa molto sul serio in Vaticano, se è vero come è vero che Paolo VI e poi il cardinal Siri chiesero al generale dei Carabinieri Enrico Mino di indagare sulla veridicità dei suoi contenuti. Ma anche Mino morì, precipitando con il suo elicottero, in circostanze non limpidisssime, prima di poter raccontare i risultati delle sue indagini.

La suddetta lista finirà poi nelle mani di papa Luciani, che “aveva manifestato l’intenzione di mettere mano alla questione dello Ior e di fare chiarezza in merito alla lista dei presunti prelati iscritti alla massoneria” ( 30Giorni, 9.9.1993).

Ma anche Luciani sarebbe morto troppo presto… Quali i nomi della lista? Troppo, per elencarli tutti.

Ne bastino 3: Marcinkus, presidente dello Ior, De Bonis, anch’egli uomo Ior, già indagato da Di Pietro nel 1994, le cui prodezze sono state rivelate l’anno scorso dal giornalista Nuzzi, in “Vaticano spa”, e Annibale Bugnini, autore della riforma liturgica. nella foto

I primi due furono sempre coperti, nonostante i loro nomi e la lista fosse sulla bocca di tutti. Nonostante dopo Marcinkus, almeno, si sarebbe potuto stare attenti al suo uomo, De Bonis, sapendo poi le voci su di lui… Il terzo invece, a quanto racconta lui stesso nella sua autobiografia, fu alla fine allontanato, proprio per il sospetto di essersi affiliato alla massoneria, e spedito a fare il nunzio in Iran nel 1975!

Riassume così messainlatino.it: “Mons. Bugnini, nel suo libro La riforma liturgica, riferisce (pagg. 100-101) di avere bussato a molte porte per sapere quale fosse la ragione della sua disgrazia. Dice di aver saputo che un cardinale importante cui le riforme liturgiche erano invise (Gagnon, si presume) aveva fornito un dossier su di lui, e sulla sua massonicità al Papa. Sempre Bugnini riferisce di avere scritto al Papa, nell'ottobre 1975, per contestare le accuse nei suoi confronti di iscrizione alla massoneria ma - informa sempre l'interessato - il Papa nemmeno si peritò di rispondere. Dato lo stretto rapporto, anche di fiducia e confidenza, che vi era stato fino allora tra i due, questo è un ulteriore segno evidente, aggiungiamo, che il Papa si era convinto della veridicità delle accuse, al punto da non voler nemmeno ascoltare gli argomenti a discolpa”.

Viene poi riportato un articolo comparso su Italia Oggi del 24.7.2009 di Andrea Bevilacqua: “Sembra una cosa troppo lontana nel tempo per fare notizia. Ma non è così. Secondo quanto riporta l'ultimo numero della principale rivista cattolica in lingua inglese Inside the Vatican, Annibale Bugnini, il principale promotore all'interno della curia romana di quella riforma liturgica che nel post Concilio Vaticano II ha rivoluzionato in modo decisivo l'intero impianto liturgico della Chiesa, ovvero colui che anche a motivo delle sue idee in campo liturgico (ma non solo) venne mandato da Papa Paolo VI a terminare i propri giorni in Iran, era un massone.

Una rivelazione, quella di Inside the Vatican che, se confermata, darebbe notevole spago a tutti coloro che, all'interno del Vaticano, ritengono i cambiamenti liturgici avvenuti nel pontificato montiniano come un'opera perversa.Un'opera, insomma, voluta contro la Tradizione della Chiesa.

È il giornalista Robert Moynihan a raccontare la cosa su Inside the Vatican, spiegando di averla saputa da un monsignore anonimo indicatogli dal cardinale canadese, Edouard Gagnon, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia dal 1985 al 1990.

Che il monsignore sia anonimo è senz'altro un punto negativo per le tesi di Moynihan, ma quanto il monsignore dice getta comunque ombre, più che luci, su un momento della vita della Chiesa difficile. «Il monsignore è il depositario del mistero relativo all'affiliazione massonica di Bugnini», disse a Moynihan il cardinale Gagnon. E il giornalista si affrettò a incontrare l'anonimo presule per farsi raccontare ogni cosa. Non solo, Bugnini avrebbe avuto anche un codice di riferimento col quale veniva identificato: lo chiamavano «Buan». Perché, si chiede Inside the Vatican, Bugnini venne mandato in Iran da Paolo VI? La tesi è una. Pare che Montini, è anche quanto riferisce il monsignore anonimo, si fosse convinto del fatto che Bugnini appartenesse alla massoneria.

Una valigetta di proprietà di Bugnini contenente alcune lettere indirizzategli dal Gran Maestro della Massoneria Italiana, infatti, convinse il Papa della cosa.

Quando Bugnini era ancora a Roma, inoltre, fu il cardinale Gagnon a stendere una relazione molto dettagliata sulla massoneria. Gagnon stette per tre mesi impegnato a stendere la voluminosa relazione. Un dossier giudicato dalla stessa massoneria esplosivo: si facevano i nomi e le attività occulte di certi personaggi di curia.

Tuttavia il dossier venne rubato fra il 31 maggio ed il primo giugno del 1974 dalla scrivania di monsignor Mester, un collaboratore di Gagnon.

Il cardinale dovette riscriverlo interamente ma non riuscì mai a divulgare la cosa come avrebbe voluto. Pare che fu anche per questo motivo, per l'impossibilità di far arrivare il dossier sul tavolo del Papa, che decise di ritornare in Canada e lì finire i suoi giorni”.

Per comprendere ancora meglio la questione, si può citare un libro del giornalista Pinotti, “Fratelli d’Italia”.

Pinotti è un assemblatore confuso di notizie: di Chiesa sa pochissimo, di massoneria pure, confonde però a chi conosce la materia, certe informazioni risultano preziose, specie se confermano molte altre fonti: "Il 12 settembre 1978 il settimanale OP diretto da Mino Pecorelli, giornalista iscritto alla P2 e poi assassinato, pubblicò in un articolo dal titolo La grande loggia vaticana un elenco di ben 121 nominativi di esponenti vaticani e di alti prelati indicati quali affiliati alla massoneria. Ha scritto Alfio Caruso (in la Stampa, 22 agosto 2006): «Una mano anonima aveva inserito l'articolo nella rassegna stampa sfogliata ogni mattina dal papa. Questi aveva subito chiesto al cardinale Felici se la lista potesse essere veritiera. Verosimile, era stata la risposta.

L'elenco faceva impressione: comprendeva Villot, monsignor Agostino Casaroli, ministro degli Esteri della Santa Sede, il cardinale Ugo Poletti, vicario di Roma, il cardinale Sebastiano Baggio, Marcinkus, monsignor Donato De Bonis, dello Ior, don Virginio Levi, vicedirettore dell'Osservatore Romano, padre Roberto Tucci, direttore della Radio Vaticana, monsignor Pasquale Macchi, segretario di Paolo VI.

Con il disincanto tipico del vecchio habitué di Curia, Felici osservò che liste simili circolavano da sempre e che la prassi era di non prenderle in considerazione. D'altronde, aggiunse con un pizzico di malizia, Paolo VI aveva varato un comitato per cancellare la scomunica che da secoli veniva comminata ai massoni e il cardinale Villot ne era apparso entusiasta. Sentimento non condiviso da Luciani: per lui la massoneria incarnava il nemico di Roma. Pur intuendo che il suo amato Montini avesse aperto le porte delle mura leonine a una schiera di piduisti - Gelli, Ortolani, Sindona, Calvi - era contrarissimo a quell'insana commistione rivolta soltanto al profitto». (F. Pinotti, Fratelli d'Italia, cit., pp. 647-653)

Ebbene le notizie dateci da Pinotti sono in buona parte innegabili: si pensi al nome di Ortolani, membro eminente della P2: a Bologna, in cattedrale, vi è una statua dedicata a mons. Lercaro, tra i più assidui fautori della riforma liturgica di Bugnini, e della svolta post conciliare. La statua è stata donata da Ortolani!

Prendiamo Sindona e Calvi, i due oscuri trafficanti morti in circostanze misteriose. Giancarlo Galli, autorevole giornalista esperto in economia, già editorialista di Avvenire, nel suo “Finanza bianca” (2004) mette in luce gli stretti rapporti tra Pasquale Macchi, segretario di Paolo VI, e Marcinkus-De Bonis. Ebbene Galli non lo dice, ma i lettori lo sanno già: Macchi compare anch’egli, insieme ai due, nella lista di Pecorelli!

Il cerchio si chiude… Eppure, il lettore attento, il cattolico che conosce come va il mondo, non deve essere spinto da quanto raccontato, a disperare: che la Chiesa sia infiltrata dalla massoneria è un triste dato di fatto, legato alla peccaminosità umana, e al potere delle tenebre. Non erano riusciti anche i comunisti a infiltrare in Vaticano, piazzandolo accanto a Giovanni Paolo II, un agente dei servizi segreti con la tonaca?

E’ successo più volte: da una parte i nemici che entrano, per scardinare la porta, dall’altra qualcuno che cede alla tentazione del potere, come Giuda, e pur essendo uomo di Chiesa, tradisce. Nihil sub sole novi. Speriamo dunque in un po’ di pulizia, ormai necessaria, senza dimenticare che se solo entrassimo negli affari di qualsiasi grande banca laica, cioè laddove girano i soldi di Mammona, troveremmo molto di peggio di quello che è avvenuto allo Ior. Oggi sotto la guida di un uomo integerrimo e intelligente.

Quello che dunque è molto più grave è altro: che la massoneria possa aver influenzato la riforma liturgica, tramite Bugnini. Di seguito riporto buona parte di un articolo dell’ottimo vaticanista Sandro Magister:

"Tra il papa e il massone non c'è comunione Ieri guardinghe aperture e vescovi simpatizzanti... Ma ora con Giovanni Paolo II e col cardinale Ratzinger è un'altra musica … Perché non sempre è stata questa l'impressione. Nel 1978, l'ufficiale "Rivista massonica" salutò Paolo VI, morto quell'anno, come il primo papa «non nemico». Negli anni Sessanta e Settanta, sullo slancio del disgelo del Concilio Vaticano II, tra la Chiesa e la massoneria era stato un gran dialogare. E anche un gran sussurrare.

Si vociferava di cardinali e illustri prelati di curia segretamente affiliati alle logge. Circolavano copie delle loro presunte tessere. Ancor oggi, nel chiacchieratissimo pamphlet "Via col vento in Vaticano" uscito lo scorso febbraio per la penna di anonimi monsignori, un intero capitolo è dedicato al «fumo di Satana» delle infiltrazioni massoniche tra i magnati di curia. E di due il pamphlet fa nome e cognome. Il primo è Annibale Bugnini, il regista della riforma liturgica postconcicliare, finito nunzio in Iran una volta ultimata la sua opera di «distruzione del rito antico della messa» e ivi morto, secondo il libello, «di morte naturale procurata» dai suoi stessi caporioni di loggia. Il secondo è Sebastiano Baggio, influentissimo cardinale dell'era di papa Giovanni Battista Montini. Aveva il potere di nominare i vescovi in tutto il mondo «e quindi di promuovere le carriere dei suoi confratelli occulti».

E nei due conclavi del 1978 corse come papabile. Di certo, in quel ventennio d'oro del dialogo tra Chiesa e massoneria, erano massoni e cattolici conclamati i fratelli d'affari dello Ior, la banca vaticana, Michele Sindona e Roberto Calvi. Era massone e cattolico Umberto Ortolani, intimo factotum del cardinale progressista Giacomo Lercaro. Oggi il Grande Oriente li rinnega tutti: facevano parte, sostiene, d'un ramo degenere della massoneria, quello della loggia Propaganda 2 di Licio Gelli. Nella sua recente intervista, il gran maestro Raffi si fa vanto d'aver espulso dall'ordine, «per contiguità con Gelli», lo stesso gran maestro legittimo dell'epoca, Giordano Gamberini. Ma proprio Gamberini era l'uomo con cui la Chiesa s'era messa in quegli anni a dialogare in segreto. Lo stile degli incontri era un po' carbonaro. Al primo di quelli semiufficiali, l'11 aprile 1969, ad Ariccia nel convento del Divin Maestro, sedevano da una parte il gran maestro Gamberini, il suo aggiunto Roberto Ascarelli e lo storico Augusto Comba. E dall'altra il salesiano Vincenzo Miano, vicecapo del segretariato vaticano per i non credenti, il paolino Rosario Esposito e il gesuita della "Civiltà Cattolica" Giovanni Caprile.

Racconta oggi padre Esposito, l'unico di questi tre ancora in vita: «Per la cena a capotavola c'era il Gamberini, che intonò il Padre nostro, poi, stando tutti ancora in piedi, prese un pane, lo spezzò e lo offrì al padre Caprile dicendo: "Il massone spezza il pane col gesuita". Tutti ci scambiammo il medesimo rito, condividendo una gioiosa fraternità». Gli alfieri del dialogo si ammantavano dell'autorità di papa Giovanni XXIII, che da nunzio a Parigi aveva benedetto in segreto la doppia appartenenza alla massoneria e al cattolicissimo ordine di Malta di un barone suo amico, Yves Marsaudon. Poi c'era stato il Concilio Vaticano II, con la richiesta esplicita, sostenuta in aula dall'ultraprogressista vescovo di Cuernavaca, Sergio Mendez Arceo, di revocare la scomunica ai massoni. E poi erano cominciate le strette di mano pubbliche tra capi della massoneria e cardinaloni di peso: gli americani Richard Cushing, Terence Cooke, John Cody e John Joseph Krol, l'austriaco Franz König, l'olandese Bernard Alfrink, i francesi Maurice Feltin, Francois Marty e Roger Etchegaray, il cileno Raúl Silva Henriquez, i brasiliani Aloisio Lorscheider e Paulo Evaristo Arns, insomma quasi tutti i capifila dell'ala progressista conciliare. In Italia, agli incontri successivi a quello di Ariccia parteciparono i vescovi Dante Bernini, di Albano, e Alberto Ablondi, di Livorno. In Vaticano, a tirare le fila era il cardinale prefetto dell'ex Sant'Uffizio, il croato Franjo Seper. Dall'alto, Paolo VI tutto sapeva e benediceva.

Revocare la scomunica non era impresa facile. A partire dal primo documento di condanna della massoneria, quello di Clemente XII nel 1738, era stato tutto uno scoccare di fulmini. Padre Esposito ne ha inventariati più di tremila, con il culmine toccato dal codice di diritto canonico del 1917, che comminava la scomunica ipso facto a coloro che semplicemente «danno il nome alla setta massonica». Ma batti e ribatti, l'ora della riconciliazione sembrava vicina. Nel 1968, i vescovi della Scandinavia decisero di non chiedere più l'abiura ai massoni che si facevano cattolici. E nel 1974 il cardinale Seper, in una lettera al cardinale Krol resa pubblica da quest'ultimo, spiegò che la scomunica doveva essere intesa operante solo per quei cattolici iscritti alle massonerie «che veramente cospirano contro la Chiesa». Come dire mai, dissero in coro compunti i capi delle logge di tutti i paesi, compresi quelli di più accanita tradizione antiecclesiastica. Mancava solo che il nuovo codice di diritto canonico, in preparazione, sancisse la svolta pacificatrice. La Congregazione per la dottrina della fede aveva chiesto due volte un parere riservato ai vescovi.

E il gesuita Caprile, che ebbe accesso alle segretissime risposte, constatò che quasi tutti chiedevano la cancellazione della scomunica, qua e là con elogi persino entusiastici dello spirito massonico. Senonché nel 1978 divenne papa Karol Wojtyla. E di colpo calò il gelo. Il primo effetto lo si vide in Germania. Anche lì i dialoganti s'erano dati da fare, con fior di teologi come Herbert Vorgrimler e Stephanus Pfurtner. E la conferenza episcopale aveva messo all'opera nel 1974 una commissione per accertare la compatibilità tra la fede cristiana e l'appartenenza massonica. Ma a Monaco di Baviera era intanto diventato arcivescovo uno spirito rigido e risoluto, Joseph Ratzinger, che il nuovo papa avrebbe presto chiamato a Roma al posto di Seper, come suo prefetto di dottrina. E di punto in bianco i dialoganti si trovarono congedati, la questione la prese in mano il vescovo di Augsburg, Joseph Stimpfle, un vero mastino, e nel 1980 l'episcopato tedesco scrisse la parola fine ribadendo «l'opposizione fondamentale e insuperabile» tra la massoneria e la Chiesa. Ma la gelata più tremenda fu il nuovo codice di diritto canonico, promulgato il 25 gennaio 1983. Il nuovo canone 1374 così predica: «Chi dà il nome a una associazione che complotta contro la Chiesa sia punito con una giusta pena; chi poi tale associazione promuove o dirige sia punito con l'interdetto».

Sparita la parola massoneria, sparita la parola scomunica... Alt. Provvide il cardinale Ratzinger, con la controfirma del papa, a fugare le illusioni e a dare l'unica interpretazione autorizzata del canone. Il giorno stesso dell'entrata in vigore del nuovo codice, sentenziò inappellabilmente che: primo, la condanna della massoneria resta immutata; secondo, i cattolici che appartengono a una loggia sono in stato di peccato grave e non possono fare la comunione; terzo, non sono ammesse deroghe. Per i filomassoni di parte cattolica, i tempi si sono quindi fatti duri, sotto l'impero del binomio Wojtyla-Ratzinger, inflessibili nell'avversare ogni relativismo. Tenace ma sempre più solo, padre Esposito continua a sfornare i suoi libri e articoli e a tenere conferenze di loggia in loggia.

Ma l'editore deve andare a cercarselo sulla sponda laica: come Nardini, con cui ha pubblicato proprio quest'anno "Chiesa e massoneria. Un Dna comune", primo di una coppia di volumi sulle concordanze tra l'una e l'altra. Altri hanno ripiegato. Come il vescovo ieri di Crotone e oggi di Cosenza, Giuseppe Agostino, pezzo grosso della Cei, che negli anni del dialogo frequentava gli uomini di loggia ma nel 1996 mandò su tutte le furie l'allora gran maestro Gaito vietando ai massoni di far da padrini ai battesimi e alle cresime, al pari di mafiosi, criminali e usurai. Gaito se ne lamentò col quotidiano della Cei, "Avvenire". E questo lo ripagò rincarando la dose. Dipingendo la massoneria come «struttura iniziatica, gerarchica e segreta», con a capo «superiori invisibili», tesa a irretire e a macchinare, predicante all'esterno una vaga «religione dell'uomo», ma professante in segreto, ai gradi alti, «un umanesimo nichilista, in pratica un antiumanesimo dai cieli chiusi».

Anche "La Civiltà Cattolica" ha richiuso gli spiragli aperti anni fa da padre Caprile. Nel suo editoriale di metà giugno ha ammesso che «negli scorsi decenni la Chiesa ha permesso una non breve esperienza di dialogo tra studiosi cattolici e dignitari massonici». Ma per concludere che quel dialogo s'era rivelato un inganno. Perché il criterio con cui si muovono i capi massoni quando si rivolgono alla Chiesa è: «quello che è mio è mio, quello che è tuo è negoziabile». Criterio inaccettabile. La Chiesa ha verità assolute, che discendono da Dio e quindi non possono essere in alcun modo discusse. Raffi, il gran maestro in carica del Grande Oriente d'Italia, forte di 554 logge e di 13 mila iscritti molti dei quali, dice, cattolici, non si arrende: «Se la Chiesa ritiene di perseverare in questa posizione cercheremo di farle cambiare idea. Mi piacerebbe molto coinvolgere un cardinal Ersilio Tonini». Ma anche vescovi presunti candidati al dialogo gli danno delusioni. Da Ivrea, Luigi Bettazzi ha invitato la massoneria a tenere piuttosto un suo Concilio e a farsi trasparente. «Dovrei constatare che un suggerimento del genere arriva da un'istituzione piramidale e non certo democratica come la Chiesa», ha replicato gelido Raffi. Giubileo o no, davvero impensabile che facciano presto pace" (http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7167 )".

Io penso che si debba stare attenti a fare delle "crociate" o delle "battaglie per la purezza".
La massoneria (dal mio punto di vista, purtroppo) ha sempre toccato vari settori della società.
Ad esempio, c'è chi dice che Benito Mussolini sia stato contro la massoneria.
Ora, vorrei ricordare un suo stretto collaboratore, Achille Starace, fu un massone.
Questo ci deve fare riflettere.
Anche Adolf Hitler, che qualche mente disinformata definisce "eroe antimassonico", era legato a logge e poteri occulti.
Ho le prove di ciò.
Questo smentisce anche chi dice che la massoneria sia un "prodotto ebraico". 
Quindi, che la massoneria possa essersi infiltrata nella Chiesa è possibile.
Però, questi uomini di Chiesa che sono affiliati nella massoneria commettono un grave errore.
Dio, il Dio cristiano, è un Dio concreto.
Il dio dei massoni, invece, è un dio astratto che viene chiamato "GADU", ossia "Grande Architetto dell'Universo" e poco gli importa se questo dio sia il Dio ebraico e cristiano o una divinità pagana, come Dagon, Baal, Astarte, Zeus, o un demone, come Lucifero o Belial.
Certo, non tutti i massoni sono satanisti.
Magari, ci saranno anche dei massoni che sono persone degne.
Però, la massoneria ha questo relativismo culturale che mal si concilia con la dottrina cristiana e cattolica.
Questo è un ostacolo nel dialogo tra la Chiesa e la massoneria. 
Tuttavia,  non bisogna demonizzare la Chiesa in quanto tale.
La stragrande maggioranza degli uomini di Chiesa è gente che opera nella giustizia e per aiutare chi ha bisogno, oltre che per portare la Parola di Dio.
Quindi, non bisogna "buttare il bambino con l'acqua sporca", ossia criminalizzare la Chiesa in toto.
Inoltre, bisogna stare attenti a parlare di complotti vari. 
Nella Chiesa c'è tanto bene.
Basta valorizzarlo.
Cordiali saluti. 



E' bello restare con Cristo! Dal «Discorso tenuto il giorno della Trasfigurazione del Signore» da Anastasio sinaita, vescovo

Cari amici ed amiche.

L'amico Giovanni Covino (SEFT) ha pubblicato questo testo di Sant'Anastasio Sinaita:

"Il mistero della sua Trasfigurazione Gesù lo manifestò ai suoi discepoli sul monte Tabor. Egli aveva parlato loro del regno di Dio e della sua seconda venuta nella gloria. Ma ciò forse non aveva avuto per loro una sufficiente forza di persuasione. E allora il Signore, per rendere la loro fede ferma e profonda e perché, attraverso i fatti presenti, arrivassero alla certezza degli eventi futuri, volle mostrare il fulgore della sua divinità e così offrire loro un'immagine prefigurativa del regno dei cieli. E proprio perché la distanza di quelle realtà a venire non fosse motivo di una fede più languida, li preavvertì dicendo: Vi sono alcuni fra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nella gloria del Padre suo (cfr. Mt 16, 28).



L'evangelista, per parte sua, allo scopo di provare che Cristo poteva tutto ciò che voleva, aggiunse: «Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E là fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui» (Mt 17, 1-3).

Ecco le realtà meravigliose della solennità presente, ecco il mistero di salvezza che trova compimento per noi oggi sul monte, ecco ciò che ora ci riunisce: la morte e insieme la gloria del Cristo.

Per penetrare il contenuto intimo di questi ineffabili e sacri misteri insieme con i discepoli scelti e illuminati da Cristo, ascoltiamo Dio che con la sua misteriosa voce ci chiama a sé insistentemente dall'alto. Portiamoci là sollecitamente. Anzi, oserei dire, andiamoci come Gesù, che ora dal cielo si fa nostra guida e battistrada. Con lui saremo circondati di quella luce che solo l'occhio della fede può vedere. La nostra fisionomia spirituale si trasformerà e si modellerà sulla sua. Come lui entreremo in una condizione stabile di trasfigurazione, perché saremo partecipi della divina natura e verremo preparati alla vita beata.

Corriamo fiduciosi e lieti là dove ci chiama, entriamo nella nube, diventiamo come Mosè ed Elia come Giacomo e Giovanni.

Come Pietro lasciamoci prendere totalmente dalla visione della gloria divina. Lasciamoci trasfigurare da questa gloria divina. Lasciamoci trasfigurare da questa gloriosa trasfigurazione, condurre via dalla terra e trasportare fuori del mondo. Abbandoniamo la carne, abbandoniamo il mondo creato e rivolgiamoci al Creatore, al quale Pietro in estasi e fuori di sé disse: «Signore, è bello per noi restare qui» (Mt 17, 4).

Realmente, o Pietro, è davvero «bello stare qui» con Gesù e qui rimanervi per tutti i secoli. Che cosa vi è di più felice, di più prezioso, di più santo che stare con Dio, conformarsi a lui, trovarsi nella sua luce?

Certo ciascuno di noi sente di avere con sé Dio e di essere trasfigurato nella sua immagine. Allora esclami pure con gioia: «E' bello per noi restare qui», dove tutte le cose sono splendore, gioia, beatitudine e giubilo. Restare qui dove l'anima rimane immersa nella pace, nella serenità e nelle delizie; qui dove Cristo mostra il suo volto, qui dove egli abita col Padre. Ecco che gli entra nel luogo dove ci troviamo e dice: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa» (Lc 19, 9). Qui si trovano ammassati tutti i tesori eterni. Qui si vedono raffigurate come in uno specchio le immagini delle primizie e della realtà dei secoli futuri.







Martirologio Romano: Festa della Trasfigurazione del Signore, nella quale Gesù Cristo, il Figlio Unigenito, l’amato dell’Eterno Padre, davanti ai santi Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, avendo come testimoni la legge ed i profeti, manifestò la sua gloria, per rivelare che la nostra umile condizione di servi da lui stesso assunta era stata per opera della grazia gloriosamente redenta e per proclamare fino ai confini della terra che l’immagine di Dio, secondo la quale l’uomo fu creato, sebbene corrotta in Adamo, era stata ricreata in Cristo.

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«Come abbiamo già detto, Cristo ha voluto trasfigurarsi per mostrare agli uomini la sua gloria e stimolarli a desiderarla. Ora, Cristo doveva condurre alla gloria della felicità eterna, non soltanto coloro che sarebbero vissuti dopo di lui, ma anche coloro che lo precedettero. Ecco perché mentre egli si avvicinava al momento della passione, sia "le turbe che lo precedevano", sia "quelle che lo seguivano, gridavano Osanna", secondo le parole di S. Matteo, come per chiedere a lui la salvezza. Era perciò opportuno che tra i testimoni ci fossero alcuni che l'avevano preceduto, cioè Mosè ed Elia; e altri che l'avrebbero seguito, cioè Pietro, Giacomo e Giovanni: affinché "sulle parole di due o tre testimoni fosse garantita la realtà del fatto".»



Tommaso d'Aquino, S. th. IIIª q. 45 a. 3."
.

Oggi noi cattolici festeggiamo la Trasfigurazione di Cristo.
Gesù mostrò agli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni la sua natura divina.
Guarda caso, egli si mostrò in questa sua natura a tre apostoli importanti.
Avrebbe potuto mostrarsi così anche ad altri.
Invece, egli scelse questi tre. Perché egli fece questa scelta?
Forse, il motivo potrebbe essere più semplice di quanto si possa immaginare.
San Pietro fu il primo Papa, il primo Vicario di Cristo sulla Terra.
San Giacomo fu il primo vescovo della Chiesa di Gerusalemme.
San Giovanni fu colui che scrisse l'Apocalisse, il libro che chiude la Bibbia e che rivela quelli che saranno gli ultimi giorni e la lotta tra bene e male.
Quindi, così facendo, Gesù diede un ordine preciso alla Chiesa futura.
Questi tre uomini furono i primi testimoni di Cristo e ricoprirono un ruolo importante nella vita della Chiesa.
Per avere questo ruolo, essi avrebbero dovuto sapere quale fosse la vera natura di Gesù.
Accanto a Gesù comparvero Mosè ed il Profeta Elia.
Mosè fu il primo liberatore del popolo ebraico.
Elia, invece, fu il profeta che avrebbe dovuto fare ritorno sulla Terra nel giorno del giudizio.
Con questa immagine, Gesù Cristo volle fare capire che lui sarebbe stato l'Alfa e l'Omega, l'inizio e la fine di tutto.
Così, la Chiesa poté essere conscia della missione.
Cordiali saluti.




Ricordiamo Hiroshima e Nagasaki

Cari amici ed amiche.

Il 06 agosto 1945, ci fu l'attacco atomico alle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.
In totale, le vittime stimate sono dalle 100.000 alle 200.000.
Inoltre, ci sono stati danni incalcolabili alle persone.
Questi fatti devono essere ricordati perché non si ripetano.
Anzi, io vorrei una cosa riguardo alle armi di distruzione di massa.
Perché non utilizzare l'uranio delle armi atomiche per produrre energia elettrica?
Sarebbe un modo per trasformare le "spade in vomeri".
L'uomo ha un grande ingegno.
Grande ingegno, però, significa grande responsabilità.
L'uomo deve usare l'ingegno per fare il bene.
Quando lo usa per fare il male, il disastro sarà certo.
Cordiali saluti.

Dal sito "Israele.net", un promemoria da Hamas

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo del sito "Israele.net" che è intitolato "Un promemoria da Hamas".
Esso è stato scritto da Elliot Abrams e recita:

"Quali sono le convinzioni profonde del gruppo terrorista Hamas e quanta probabilità esistono di negoziare una pace con esso?Hamas fa parte della Fratellanza Musulmana e l’avvento al governo in Egitto della Fratellanza Musulmana – con cui stanno ora serenamente trattando rappresentanti dell’amministrazione americana al livello di segretario di stato e ministro della difesa – può indurre alcuni analisti a suggerire che Stati Uniti e Israele dovrebbero lasciar cadere il loro rifiuto di trattare con Hamas.
È dunque una fortuna che Hamas stessa si sia recentemente incaricata di ricordarci chi è e in cosa crede. L’agenzia di stampa araba Maan ha riferito che Hamas ha duramente condannato una visita fatta ad Auschwitz da un funzionario dell’Autorità Palestinese, un assistente del presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) di nome Ziad al-Bandak (su invito di un'organizzazione privata polacca che promuove la tolleranza).
“Si è trattato di una visita ingiustificata e inutile, che torna a vantaggio soltanto all’occupazione sionista”, ha dichiarato Fawzi Barhoum, portavoce di Hamas. Barhoum ha aggiunto che la visita di Bandak ad Auschwitz, il lager dove i nazisti durante gli anni della seconda guerra mondiale assassinarono un milione e mezzo di innocenti, in grandissima parte ebrei, è stata “un’operazione di marketing di una pretesa falsa tragedia sionista”.
La Carta di Hamas, il documento costitutivo che sta alla base dell’organizzazione islamista palestinese, è una tirata di antisemitismo scatenato, ma di tanto in tanto salta fuori qualcuno a sostenere che si tratta di un documento obsoleto che non rappresenta più le vere posizioni del gruppo. Il che è falso, come sta a dimostrare quest’ultimo incidente. L’odio verso gli ebrei, a partire dalla negazione della Shoà, rimane centrale nel sistema di convinzioni di Hamas.
Hamas è un gruppo terrorista, antisemita e dalle intenzioni genocide, non un potenziale interlocutore negoziale. Al suo controllo sulla striscia di Gaza non bisogna adattarsi, bisogna porre fine.
".

Purtroppo, come ho scritto questa mattina, si mistifica la verità su Israele.
Si cerca di fare di tutto, pur di gettare fango sullo Stato ebraico.
Si cerca di fare passare l'ebreo per "ladro terre" mentre la realtà dice una cosa diversa.
Gli ebrei, infatti, non rubarono quelle terre ma le acquistarono legalmente e legittimamente.
I terroristi cercano di fare passare gli Israeliani per assassini.
In realtà, i terroristi si fanno esplodere, uccidendo donne e bambini.
Gli Israeliani, quindi, agiscono per legittima difesa.
Purtroppo, si continua a mistificare.
Leggete l'articolo de "La Repubblica" che è intitolato "Israele, dura la reazione all'attacco nel Sinai uccisi cinque componenti del commando".
Questo è antisionismo allo stato puro.
Cordiali saluti. 






Dal sito di "Io amo l'Italia", Monti salvatore della Patria o dittatore finanziario: riscopriamo la certezza della verità!

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo che ho trovato sul sito dell'associazione di Magdi Cristiano Allam "Io amo l'Italia"  ed intitolato "Monti salvatore della patria o dittatore finanziario: riscopriamo la certezza della verità":

"Monti è il salvatore della Patria o il rappresentante della dittatura finanziaria? L’euro ha fatto il bene dell’Italia o ha rovinato gli italiani? La Primavera araba è il trionfo della democrazia o la catastrofe che ha portato al potere gli estremisti islamici? Gli atleti sportivi, a cominciare dai giocatori di calcio, sono il volto popolare e entusiasmante delle città e della Nazione o cinici imprenditori e docili mercenari? Domande che legittimamente ci poniamo e a cui ciascuno di noi dà risposte diverse e contraddittorie, ma che convivono tranquillamente in un mondo che rassomiglia sempre più a una Torre di Babele dove la ricerca della verità è diventata l’impresa più ardua. Viviamo irresponsabilmente e perdutamente nella fase decadente di una inciviltà globalizzata che sta fagocitando l’Occidente, in passato la culla della sintesi felice di fede e ragione, dove è messo in discussione il valore stesso della verità, intesa come rappresentazione oggettiva, assoluta e universale della realtà che interpella innanzitutto l’uso corretto della ragione. Siamo precipitati in un baratro di relativismo ideologico al punto che la stessa negazione della verità acquisisce una valenza positiva, dove proprio chi spregiudicatamente da un giorno all’altro dice tutto e il contrario di tutto assurge al rango di persona carismatica, in totale sintonia con lo spirito dei tempi, il più adeguato a interpretare le istanze profonde di ciascuno di noi, il più meritevole ad assurgere alle alte cariche dello Stato e della Pubblica amministrazione. Di fatto oggi viene premiato chi non crede nella verità, chi mette sullo stesso piano le supposte verità dei singoli attribuendo loro pari valenza e dignità a prescindere dai loro contenuti, chi sceglie di sbarazzarsi della ragione mettendo al bando gli strumenti logici della valutazione e della critica. E vince chi spudoratamente ostenta il disprezzo della verità, ribalta con sprezzanti dichiarazioni pubbliche i principi sanciti dalla Costituzione, dalle leggi dello Stato e dalla morale naturale, inculcando con successo nella mente e nell’animo della gente la menzogna eretta a verità, convincendoci a far proprie delle scelte auto-distruttive che ledono al nostro diritto alla vita, alla dignità e alla libertà.

Come valutare le dichiarazioni di Monti, pubblicate ieri dal settimanale tedesco Spiegel, in cui da un lato sostiene che entro la fine della legislatura vuole “salvare l’Italia dalla rovina finanziaria” e, dall’altro, ammette candidamente che questo obiettivo è perseguibile solo esautorando il Parlamento: “Se avessi dovuto tenere in considerazione le posizioni del Parlamento italiano non avrei dovuto dare il consenso italiano nell’ultimo Consiglio Europeo”. Monti evidenzia senza giri di parole che il superamento della nostra Repubblica parlamentare, auto-attribuendosi da subito pieni poteri come capo dell’esecutivo, è vitale per la sopravvivenza di quest’Europa dominata da banchieri e burocrati: “Ogni governo ha il dovere di guidare il proprio parlamento”, anche perché se i governi seguissero “esclusivamente le decisioni dei parlamenti la rottura dell’Europa sarebbe più probabile della sua integrazione”. Questo stravolgimento della Costituzione e la sconfessione della democrazia sostanziale si collocano nel contesto emergenziale che Monti aveva definito “percorso di guerra” lo scorso 12 luglio, denunciando la concertazione con le parti sociali come la madre di tutti i nostri mali. Personalmente sono favorevole alla Repubblica presidenziale con un capo dello Stato eletto direttamente dai cittadini con vincolo di mandato e nel contesto del Federalismo dei Comuni. Ma Monti non solo non è stato eletto e non risponderà del suo operato agli italiani, ma è inequivocabilmente il rappresentante dei poteri finanziari globalizzati ricoprendo cariche direttive in Goldman Sachs, Moody’s, Gruppo Bilderberg e Commissione Trilaterale, sospese il 24 novembre 2011 dopo la sua designazione da Napolitano alla guida del governo.

Passando alla cosiddetta “Primavera araba” proprio ieri mi sono arrivate due notizie. In Siria i Fratelli Musulmani, la principale forza di opposizione al regime di Assad, ha ammesso di aver costituito da tre mesi delle “Brigate armate per l’auto-difesa e la difesa degli oppressi”, che si aggiungono alle migliaia di terroristi islamici provenienti da tutto il mondo e che hanno elevato la Siria, dopo la Libia, come territorio di Jihad, guerra santa islamica. In Tunisia, i Fratelli Musulmani locali che si chiamano Ennahda, sono invece riusciti a imporre nell’articolo 1 della nuova Costituzione che nessuna legge potrà contraddire “i principi fondanti dell’islam”, mentre nell’articolo 2 si abolisce l’uguaglianza dei sessi sostenendo che la donna è “complementare” ma non più “uguale” all’uomo. Eppure l’Occidente continua considerare i Fratelli Musulmani come la genuina espressione della democrazia che meritano il nostro totale sostegno politico, militare e finanziario.

Sono innumerevoli gli esempi che evidenziano come siamo precipitati in un’epoca buia della Storia in cui abdichiamo al sacrosanto diritto e dovere di usare la ragione, finendo per perdere del tutto la nozione di verità e per svilire il bene della libertà. Se non disponiamo più di una rappresentazione corretta della realtà dei fatti, vacillano i valori non negoziabili che sostanziano l’essenza della nostra umanità, non abbiamo più la certezza di chi siamo, ci rendiamo disponibili a trasformarci in semplici produttori e consumatori di materialità. Ecco perché la missione che ci attende è quella di sconfiggere questa dittatura finanziaria, relativista e mediatica dando un’anima all’Italia e all’Europa!
".

La politica di Mario Monti non mi era mai piaciuta.
Questa mia impressione è ampiamente confermata.
Ora, mi viene da dire una cosa.
Il professor Mario Monti non è stato messo a Palazzo Chigi da un'elezione democratica.
Il professor Mario Monti è stato messo a Palazzo Chigi da un'operazione politica di palazzo, un'operazione che, a mio modesto parere, è stata irrituale, visto anche l'interventismo molto veemente da parte del Quirinale.
Tra l'altro, si sa chi ha veramente voluto Monti.
Ora, che il professor Monti dica che qui in Italia ci sono troppi toni germanofobi (o anti-tedeschi) mi fa sorridere.
Un Presidente del Consiglio ed un Governo devono fare gli interessi del proprio Paese.
Al professor Monti vorrei dire una cosa.
Lui si preoccupa tanto dei toni "anti-tedeschi" nel nostro Paese.
A mio giudizio, lui farebbe meglio a preoccuparsi dei toni anti-italiani che provengono dalla Germania e dalle politiche europee assurde che sono influenzate dallo strapotere tedesco e che penalizzano il nostro Paese.
Il caso delle "Quote latte" (che stanno massacrando gli allevatori del nord Italia) e quello delle norme che prevedono che si possa fare l'aranciata senza le arance (e che penalizzano gli agricoltori siciliani e calabresi) sono emblematici.
Il professor Monti pensi a risolvere queste cose.
Basti pensare anche al fatto che qui in Italia ci sia una disoccupazione che arriva al 34%  (cosa di cui purtroppo so molto, essendo anch'io disoccupato) per capire che le cose.
Basti pensare anche al fatto che 6 italiani su 10 non vadano in ferie (con conseguente calo della produzione di ricchezza) per capire le cose.
Il professor Monti pensi a risolvere questi problemi, invece di difendere un Paese che sta cannibalizzando gli altri, per il proprio interesse.
Cordiali saluti.











L'antisemitismo in Europa oggi

Cari amici ed amiche.

Sulla pagina di Facebook "Sionismo istruzioni per l'uso" ho trovato questa nota interessante che è inititolata "L'Europa si libera di nuovo degli Ebrei" e che recita:

"Tra qualche settimana, la Norvegia sarà "liberata dei suoi Ebrei" Gli ultimi 819 Ebrei che ancora vivevano in Norvegia lasciano oggi il paese, a causa dell'aumento dell'antisemitismo. Cosi' la Norvegia diverrà il primo paese europeo senza Ebrei. Uno sviluppo simile si riscontra in tutti gli Stati europei. 

Chi in questi giorni ha seguito gli sviluppi dell'attacco terrorista in Bulgaria, non sa che gli ebrei d'Europa sono esposti a manifestazioni antisemite quotidiane. Nel febbraio 2012, il giornale norvegese Aftenposten aveva pubblicato un reportage sull'uscita degli Ebrei dal paese.

Anne Sender, la presidente della comunità ebraica di Norvegia ha detto: "Molti immigrati hanno importato l'antisemitismo dai loro paesi. La vergogna è che nessuno in questo paese vi si è opposto
".

Quello che sta accadendo dimostra due cose.
La prima è che, purtroppo,  la brutta pianta dell'antisemitismo non è ancora stata estirpata. 
La seconda è che tra Cristianesimo ed antisemitismo non c'è alcuna relazione.
Proprio il caso norvegese lo dimostra.
Infatti, i Paesi dell'Europa del nord (come la Germania del nord, la Danimarca, la Svezia e la Finlandia)  sono molto scristianizzati.
Le chiese protestanti sono vuote alla domenica.
Le chiese cattoliche, invece, registrano un aumento di fedeli ma sono minoritarie e non sono sempre ben viste dalle classi dirigenti di questi Paesi.
Questo dimostra che tra Cristianesimo ed antisemitismo non c'è legame.
Comunque, la cosa è molto preoccupante.
Siamo nel 2012 e c'è chi pensa che gli ebrei siano il "male da estirpare".
Questa è la peggiore forma di ignoranza, l'ignoranza di chi non sa e non vuole sapere.
Io odio questa forma di stupida ignoranza.
Vorrei invitarvi a leggere l'articolo allegato a quella nota.

"Dans quelques semaines, la Norvège sera "libérée de ses juifs". Les derniers 819 juifs vivant encore en Norvège quittent aujourd'hui ce pays à cause de la hausse des dimensions de l'antisémitisme. De cette manière, la Norvège devient le premier pays européen dans lequel ne vivront plus de juifs. On constate un développement similaire dans tous les états européens.



Ceux qui entendent ces jours-ci de nouveaux rapports aux informations en tout ce qui concerne l'attaque terroriste contre des juifs en Bulgarie, ne savent pas que les juifs d'Europe sont exposés à des manifestations antisémites au quotidien. En février 2012, le journal norvégien Aftenposten avait fait un reportage sur la sortie des juifs du pays. Anne Sender, la présidente de la communauté juive de Norvège, a dit: «De nombreux immigrants ont apporté l'antisémitisme de leur pays. La honte est que personne dans ce pays ne s'oppose à eux». La vague d'immigrés musulmans ramène l'antisémitisme en Europe. Les musulmans sont ceux qui chassent les juifs de tout lieu. Le service d'information Kopp Exklusiv est l'un des rares facteurs qui parlent de ce sujet.



Cela a commencé en France. Il ne se passe pas un seul jour sans des attaques de juifs par des musulmans. La presse ne reporte presque rien à ce sujet. Il s'agit de trop nombreux incidents. Au cours des cinq premiers mois de l'année 2011, il y a eu en France 268 attaques contre des juifs. La France est aujourd'hui l'état le plus antisémite. Le gouvernement socialiste sous la présidence de Hollande ne fait rien afin de protéger les juifs – au contraire. Les nombreux musulmans constituent un groupe électoral très important pour les élus et sont sous le patronage du socialisme. Le 5 juillet 2012, un jeune juif âgé de 17 ans avait été frappé presque à mort près de Toulouse par deux musulmans d'origine nord-africaine parce qu'il portait une chaîne avec une Maguen David. La police n'a pas permit de noter des témoignages. Aujourd'hui, on encourage ouvertement les juifs à quitter le pays.



La situation n'est pas différente en Italie. Chaque juif doit avoir peur pour sa vie et vivre dans le cadre d'une unité de défense. Depuis six ans, les médias britanniques reportent également une émigration de juifs de la Grande-Bretagne. En 1990 vivaient en Grande-Bretagne 340,000 juifs. Aujourd'hui, il n'en reste que 240,000. Les immigrés musulmans transforment leur vie en enfer et les chassent. Ils ont également réussi à chasser les juifs d'Anvers. En Hollande, d'anciens hommes politiques ont conseillé aux juifs de quitter le pays au plus tôt. L'ex- superviseur de l'Union Européenne, Fritz Bolkestein, a dit que les hollandais d'origine marocaine étaient antisémites et qu'il valait mieux que les juifs quittent le pays de leur plein gré. Ils peuvent immigrer Aux États Unis ou en Israël. Des politiciens hollandais faisant partie du mouvement social-démocrate ont protesté aux cotés de musulmans qui réclamaient la construction de chambres à gaz afin de brûler les juifs. Dans les pays germaniques, ces faits ne sont pas reportés dans les médias. Les journalistes allemands pensent que les musulmans sot des gens honnêtes et qu'il n'y a aucune connexion entre eux et l'extrême-droite. Par leur approche, les journalistes allemands aident à chasser les juifs d'Europe. Ils refoulent le cauchemar de l'immigration musulmane.
".

Questa forma di antisemitismo è davvero intollerabile.
Tra l'altro, esso viene aggravato dal fondamentalismo islamico che, purtroppo, è presente anche nelle comunità islamiche europee.
Anziché cercare di prendere una seria posizione, di fronte al fondamentalismo islamico, l'Europa si piega, togliendo i simboli della propria cultura di matrice giudaico-cristiana e arrivando a schierarsi contro Israele.
Su quest'ultimo, in Europa,  c'è tanta disinformazione.
Su Israele viene detta (e scritta) ogni cosa malvagia.
Tanta gente, purtroppo, si fa abbindolare.
Inoltre, quelli che la pensano come me (contro l'antisemitismo e a favore di Israele)  vengono attaccati ed accusati di essere ignoranti.
Addirittura, c'è stata una persona che ha polemizzato con me dicendomi: "Fatti ebreo!" oppure: "Prendi la cittadinanza israeliana!".
Io l'ho invitata a studiarsi la storia del Cristianesimo.
Su Israele viene detta ogni cosa indegna che ovviamente non risponde a verità.
Viene detto che tale Stato non sia laico.
Ciò non è vero.
Vi faccio leggere un articolo che dimostra il contrario.
Esso è intitolato "In Israele, le suore comboniane contro il traffico di esseri umani nel Sinai" ed è del sito di Radio Vaticana.
Ringrazio l'amico Angelo Fazio che l'ha messo su Facebook. 
In Israele, la Chiesa cattolica non è perseguitata e ha un ruolo sociale importante.
Invece, qui in Europa (e in Italia), c'è chi sostiene che Israele non sia uno Stato democratico e laico, che continua a parlare di "poteri occulti ebraici" e di ebrei come causa di tutti i mali della gente.
Chi la pensa in modo diverso (come me) viene attaccato.
Tra l'altro, anche il mio profilo su Facebook viene attaccato da personaggi antisemiti.
Io mi sono stancato di tutto ciò e se dovesse continuare così, io potrei decidere di chiudere il profilo.
Andrei avanti su questo blog, che è più controllabile. 
Tra l'altro, per colpa di questa gente indegna rischio di passare anch'io per antisemita e non lo sono.
Anzi, io rigetto e detesto sia il comunismo che il nazismo.
La cosa che mi allarma riguarda i giovani, quelli della mia generazione.
Sul sito della Comunità ebraica romana ho letto un articolo inquietante che dice che circa il 22% dei giovani italiani dichiara di avere antipatia per gli ebrei. Sempre secondo queste stime, il 12% di questi giovani sono apertamente antisemiti ed il 44% degli italiani mostra atteggiamenti ostili verso gli ebrei.
Questo quadro è preoccupante e dimostra che, purtroppo, molti non hanno imparato nulla dalla storia.
Molte di queste persone antisemite sono ignoranti.
Attenzione, però, con il termine "ignoranza" non intendo il non sapere le cose ma il non volere sapere le cose ed informarsi.
Queste persone dicono che gli ebrei siano legati a gruppi di potere occulti.
Ora, se si informassero,  queste persone scoprirebbero che il dittatore tedesco Adolf Hitler era legato a logge massoniche e a poteri occulti.
Io mi sono informato a riguardo e a casa ho un libro che parla di società segrete e quant'altro.
Quindi, smettiamola con questa ignoranza.
Bisogna aprire la mente!
Cordiali saluti. 









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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.