Sul blog del circolo intitolato a Plinio Correa De Oliveira ho letto questo articolo interessante:
" “Nei peccatori si possono considerare due cose: la natura e la colpa. Per la natura, che essi hanno ricevuto da Dio, i peccatori sono capaci della beatitudine, sulla cui partecipazione si fonda la carità, come sopra abbiamo visto. Perciò per la loro natura essi devono essere amati con amore di carità.
Invece la loro colpa è contraria a Dio, ed è un ostacolo alla beatitudine. Quindi per la colpa, con la quale si oppongono a Dio, tutti i peccatori devono essere odiati, compresi il padre, la madre e i parenti, come dice il Vangelo (Lc. 14, 26).
Infatti nei peccatori dobbiamo odiare che siano peccatori, e amare il fatto che sono uomini capaci della beatitudine. E questo significa amarli veramente per Dio con amore di carità. Il profeta odiava i peccatori in quanto peccatori, odiando la loro iniquità, che è il loro male. E questo è l'odio perfetto di cui egli parla: "Con odio perfetto io li odierò" (Ps 138, 22). Ora, odiare il male di uno e amarne il bene hanno lo stesso movente. Perciò quest'odio perfetto appartiene alla carità”.
San Tommaso d’Aquino, Somma teologica (2a. 2ae., q. 25, a. 6)
Chiavi di lettura
La magistrale opera del Prof. Plinio Corrêa de Oliveira, “Rivoluzione e Contro-Rivoluzione” fornisce oculate chiavi di lettura per capire i diversi aspetti del processo rivoluzionario in corso, nonché le indicazioni per una sapiente reazione controrivoluzionaria. Applichiamo quindi un brano di RCR a una realtà attuale.
La reazione controrivoluzionaria
“In generale il rivoluzionario, quando non ha davanti a sé avversari, o quelli che ha sono deboli, è petulante, verboso ed esibizionista. Ma se trova chi lo affronta con fierezza e con ardimento…”. (R-CR, Parte II, Cap. V, 3B)
“Il contro-rivoluzionario deve, quindi, utilizzare con zelo il tremendo spettacolo delle nostre tenebre per far comprendere […] il linguaggio dei fatti […]. Indicare virilmente i pericoli della nostra situazione è tratto essenziale d’una azione autenticamente contro-rivoluzionaria”. (R-CR, Parte II, Cap. VIII, 3D)
“Quando gli uomini decidono di collaborare con la grazia di Dio allora nella storia si producono meraviglie: la conversione dell’Impero romano, la formazione del Medioevo, la riconquista della Spagna a partire da Covadonga sono tutti avvenimenti di questo tipo, che accadono come frutto delle grandi risurrezioni spirituali di cui sono suscettibili anche i popoli. Risurrezioni invincibili, perché non v’è nulla che possa sconfiggere un popolo virtuoso e che ami veramente Dio”. (R-CR, Parte II, Cap. X, 3).".
Ora, esprimo una mia opinione su questo articolo intitolato "Devono essere amati, devono essere odiati".
Il problema sta proprio nel fatto che la rivoluzione è in sé una cosa negativa.
Come dice splendidamente l'amico Filippo Giorgianni, la rivoluzione è gnosi e la gnosi è il volto presentabile del satanismo.
Infatti, una rivoluzione può partire da un malcontento che può essere più che giustificato ma essa non punta a risolvere il problema ma punta semplicemente a eradicare un certo sistema di potere e a crearne un altro, spesso creato sulla vendetta e sull'odio verso chi prima governava e coloro che erano ad essi legati.
La Rivoluzione inglese del 1649, portò al potere i puritani di Oliver Cromwell e fece morire (ingiustamente) re Carlo I Stuart.
Credete, forse, che il ceto politico che si affermò durante l'epoca di Cromwell fosse stato migliore di quello che c'era durante il regno di re Carlo I?
La risposta è no!
Anzi, ci furono persecuzioni spaventose contro coloro che erano visti come una forza di opposizione, come i cattolici o gli anglicani non conformisti e realisti.
Lo stesso dicasi per la Rivoluzione francese del 1789.
Credete, forse, che il ceto politico proveniente dalla rivoluzione fosse stato migliore di quello preesistente, sotto il regno di re Luigi XVI?
La risposta è no!
Anzi, con la rivoluzione ci fu la volgarizzazione della politica che fu figlia del populismo.
La politica perse ogni aspetto di nobiltà e divenne un terreno di scontro, spesso violento.
Inoltre, ci fu la persecuzione contro la Chiesa.
Un discorso analogo si può fare anche per la Rivoluzione russa.
Molti intellettuali di sinistra vedono l'epoca zarista come negativa e, ad esempio, l'epoca dello zar Nicola I (o6 luglio 1796-02 marzo 1855) come un regno di terrore.
Purtroppo, essi dimenticano che l'epoca comunista non fu da meno.
Pensiamo all'holodomor in Ucraina, alle "purghe" dell'epoca di Stalin o alle persecuazioni contro i cattolici e gli ortodossi che non si piegarono alle pretese dello Stato nella stessa epoca.
Pensiamo anche all'Italia, dopo l'opera pessima di Giuseppe Garibaldi.
La rivoluzione non punta a migliorare una situazione viziata ma semplicemente a creare un sistema di potere, scalzando (spesso con la violenza) quello preesistente.
Anche per questo, cattolicesimo e comunismo non sono conciliabili.
Del resto, Gesù stesso ci mise in guardia.
Gesù non disse mai di distruggere l'Impero Romano.
Anzi, egli disse: "Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio".
Del resto, la conversione dell'Impero Romano non avvenne con una rivoluzione.
Questo deve farci riflettere!
Chi ha ragione e sa di avere ragione non ha bisogno di rivoluzioni.
Il vero indignato non è colui che spacca le vetrine, profana la chiese e brucia le automobili degli altri.
Il vero indignato è quello che cerca una soluzione concreta per uscire da una situazione negativa.
Io, ad esempio, sono forse più indignato di quei delinquenti che il 15 ottobre scorso hanno spaccato le vetrine e profanato la chiesa a Roma. Attualmente sono disoccupato. Ho tutto il diritto di essere indignato.
Però, io mostro la mia indignazione cercando sempre di portare delle idee positive e rimboccandomi le mani per risolvere la situazione negativa che ho descritto.
Allora, riflettiamo!
Termino, proponendovi questa domanda a quiz che ho trovato nel succitato articolo:
Roma, 15 ottobre 2011
Avanza la locomotiva con la falce e il martello:
ma quali sono i “vagoni moderati” che formano l’intero convoglio?Cordiali saluti.
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