Cari amici ed amiche.
In Italia si fa poca ricerca scientifica.
Dei vari introiti dello Stato solo l'1,3% viene impiegato nella ricerca scientifica.
A fare specie, però, è il fatto che di questo 1,3% di questi fondi solo lo 0,7 % di essi provenga dai privati.
Perché c'è questo?
Qui in Italia, purtroppo, le aziende sono piccole e fanno prodotti per i quali non è richiesta tanta tecnologia.
Questo è un grosso limite.
Le aziende non pensano all'innovazione e, di conseguenza, trascurano i giovani, favorendo gli immigrati.
La disoccupazione giovanile è dovuta anche a questo.
Le aziende preferiscono rimanere in piccolo e non fanno innovazione.
Quindi, mancando la ricerca scientifica, mancano i posti lavoro.
Eppure, la eccellenze in questo campo non mancano.
Basti pensare all'Università "Bicoccca" di Milano che ha un distaccamento alle Maldive.
Qui si studiano la fauna marina e gli equilibri nell'ambiente marino.
Ne ha parlato ieri la trasmissione di Piero Angela "Superquark".
In questo ambito vi è una ricerca molto interessante su un parassita che produce una speciale colla che lo fa aderire al pesce su cui si attacca.
Ora, questa "colla" potrebbe essere sintetizzata ed usata per scopi terapeutici.
Ad esempio, potrebbe sostituire le suture nelle operazioni.
Si potrebbe trovare la sequenza di DNA che codifica per la produzione di questa sostanza, la si potrebbe sintetizzare in laboratorio (tramite la PCR.-"Polymerase Chain Reaction") e lo si potrebbe impiantare in un batterio, tramite una trasduzione con un virus batteriofago temperato.
Questo batterio inizierebbe a produrre la "colla" in quantità industriale.
La ricerca scientifica è il futuro.
L'Italia non resti indietro e cambi registro.
Cordiali saluti.
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